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Debiti per tasse del defunto e difesa degli eredi

Scritto da: Alessandra Bottura - Pubblicato su IUSTLAB




Pubblicazione legale:

      DEBITI  PER  TASSE DEL  DEFUNTO  E  DIFESA  DEGLI EREDI

 

Spesso i cittadini si rivolgono all’avvocato in quanto,  venuto a mancare un loro congiunto, genitore  o coniuge, vengono trovati  documenti del defunto dai quali si ricava che  non sono state pagate tasse o contributi e quindi la pratica è diventata di competenza della Agenzia Entrate Riscossione, ex Equitalia.

Cosa possono fare gli eredi in tal caso?

Prima di tutto, soprattutto se il debito è rilevante, devono  rivolgersi subito all’avvocato  per essere consigliati.

E’ assolutamente sconsigliato cercare di  risolvere il problema da soli, magari guardando su Internet;    la confusione è tanta e gli errori si pagano a   caro prezzo.

E’ necessario consultare il professionista prima di sbagliare e non dopo.

Ricordiamo che chi eredita diventa responsabile anche dei debiti del defunto.

Vediamo i passi necessari.

Gli eredi sono tenuti per legge a presentare la dichiarazione fiscale di successione entro un anno dalla morte del congiunto; sono anche tenuti alla presentazione della dichiarazione  dei redditi del defunto per la frazione di anno  in cui è vissuto, sempre che in vita il loro congiunto non fosse esonerato dalla presentazione della  dichiarazione dei redditi.

ATTENZIONE:    Con la presentazione della dichiarazione di successione l’Agenzia delle Entrate ha  notizia  dell’avvenuto decesso.

Prima di farsi vivi con il fisco è meglio quindi consigliarsi con avvocato di fiducia, il quale per prima cosa dirà, se non si ha conoscenza generale del patrimonio del defunto,  di procedere ad un inventario generale del patrimonio lasciato.

E’ necessario  rendersi conto se sono caduti in successione più crediti o più debiti, cioè con espressione semplice, se nel patrimonio lasciato vi sia più attivo o più passivo; nell’ultimo caso può essere conveniente per  gli eredi, al fine di  non dover pagare i debiti ereditari, di rinunciare alla successione.

La rinuncia alla successione, possibile entro 10 anni dalla morte , se la successione non è stata accettata,  deve essere proposta davanti al Notaio o all’Ufficio Successioni del Tribunale competente.

Attenzione:   la rinuncia alla successione non può essere effettuata dall’erede   che  sia  in possesso dei beni ereditari  o che  abbia disposto del patrimonio del defunto, a meno che non  sia effettuato l’inventario dei beni lasciati entro tre mesi dalla morte . ( accettazione con beneficio di inventario).

Il tempo di tre mesi è stabilito dalla legge perentoriamente e a pena di decadenza, ovvero se tale periodo di tempo trascorre inutilmente senza richiesta dell’inventario, l’eredità anche se passiva e dannosa, si ha per accettata .

ALCUNI ESEMPI

1)     Anna figlia di Mario ha il conto corrente cointestato con il padre Mario.  Muore Mario  e la figlia Anna preleva e deposita  sul conto cointestato. Qualche tempo dopo si fa vivo qualche creditore di Mario  e chiede il pagamento di vecchi debiti del defunto; Anna non potrà rinunciare alla successione del padre e sarà chiamata a pagare i debiti .

2)     muore Mario e Anna sua figlia, affitta un appartamento di proprietà del defunto e percepisce il canone di locazione.  Anna non potrà più rinunciare alla successione del padre  Mario anche se in seguito verrà  sapere che il padre aveva molti debiti ad esempio   con Agenzia Entrate o l’Inps.

Agenzia Entrate o Inps possono chiedere ad Anna il pagamento dei debiti del padre e legittimamente .

Appena si apre una successione, soprattutto se il defunto era un imprenditore, prima di commettere passi falsi, è opportuno consigliarsi  con un  avvocato di fiducia.

 

Avv. Alessandra Bottura,                                            Studio Legale in Verona



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Alessandra Bottura

Avvocato tributarista