Caso legale:
I fatti: due coniugi sposati con rito canonico da oltre cinque anni intraprendono un procedimento di separazione civile. Uno dei coniugi decide di ricorrere anche al tribunale ecclesiastico, chiedendo la dichiarazione di nullità del matrimonio canonico. La motivazione addotta riguarda la mancanza di consenso libero e pieno al momento delle nozze, dovuta a una grave pressione familiare.
La questione giuridica: il punto centrale era stabilire se le pressioni esercitate dai familiari potessero configurare un vizio del consenso ai sensi dei canoni 1095–1103 del Codice di Diritto Canonico, con particolare riferimento al can. 1103, che riguarda il timore grave indotto ingiustamente da altri.
L’attività legale svolta:
- raccolta di prove testimoniali sulla situazione familiare e sul contesto delle nozze;
- redazione del libello introduttivo, evidenziando il vizio di consenso come causa di nullità;
- assistenza al cliente nelle udienze presso il tribunale ecclesiastico;
- richiamo a giurisprudenza rotale e prassi consolidata in materia di “matrimonio contratto sotto timore grave”;
L’esito: il Tribunale ecclesiastico diocesano accoglieva la domanda, dichiarando nullo il matrimonio. La sentenza veniva poi confermata in seconda istanza, consentendo al ricorrente la piena libertà di stato.