Intervista:
Nel caso in questione, lo Stato vaticano sosteneva che un suo dipendente aveva sottratto dei documenti coperti dal segreto pontificio, e li aveva forniti a due giornalisti. Dalle indagini, condotte, con il sistema inquisitorio, ovvero diverso dal sistema italiano( che applica il sistema accusatorio, la persona indagata, nel caso di specie, non gode di tutti gli strumenti di garanzia previsti nel nostro ordinamento), pertanto il soggetto ha pochi strumenti per provare o collaborare alla formazione della prova. Quindi, in sede di interrogatorio dell'accusato, emergevano che i documenti incriminati, non avevano il "sigillo del Papa", e quindi non potevano essere considerati "protetti". Invero, le indagini ponevano un ulteriore problema, il "locus commissi delict" ovvero, dove si era consumata la consegna dei documenti ai due giornalisti italiani. Emergeva che il dipendente risiedeva e abitava fuori dalle mura vaticane, e quindi a Roma, e se anche vi era stato lo scambio dei documenti, i due giornalisti, non potevano essere processati, in quanto lo stato Vaticano, non era competente territorialmente per quelle due persone e per quel delitto. Gli unici soggetti che potevano essere processati, erano l'incolpato e una sua collaboratrice, che si era resa complice nel trasferimento dei documenti. nel corso dell'intervista dunque, si evidenziavano le condotte tenute dall'incolpato, ovvero che si era pentito, ma che lo stesso era in possesso di numerosi segreti, che potevano ancora sconvolgere lo stato in questione.
Fonte: Sexsta.com - clicca quì