Attualmente, in virtù della riforma del 2019, il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, previsto dall'art. 2 del d.lgs. 74/2000, stabilisce che "è punito con la reclusione da quattro a otto anni chiunque, al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, avvalendosi di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, indica in una delle dichiarazioni [annuali] relative a dette imposte elementi passivi fittizi. Il fatto si considera commesso avvalendosi di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti quando tali fatture o documenti sono registrati nelle scritture contabili obbligatorie, o sono detenuti a fine di prova nei confronti dell’amministrazione finanziaria. 2-bis. Se l’ammontare degli elementi passivi fittizi è inferiore a euro centomila, si applica la reclusione da un anno e sei mesi a sei anni". Nel caso all'esame dello studio, tuttavia, le operazioni contestate risalivano al 2016 laddove pertanto non poteva essere applicata la normativa entrata in vigore successivamente ai fatti, ma quella antecedente che prevedeva una pena da 1,6 anni a 6 anni quindi molto inferiore rispetto alla cornice edittale attualmente in vigore che prevede una pena da 4 a 8 anni di reclusione. Inoltre, l'imputato aveva tempestivamente aderito alla procedura di conciliazione tributaria per il pagamento del debito erariale, per cui è stata chiesta ed ottenuta l'attenuante di cui all'art. 13 bis che ha consentito di dimezzare la pena e soprattutto evitare le sanzioni accessorie previste dalla normativa.
L'Avv. Francesco Talamo opera prevalentemente nell'ambito del diritto penale, fornendo specifica assistenza e consulenza legale in tutti i suoi rami, ed in particolare in tema di reati connessi alla sicurezza sul lavoro ex Dlgs 81/08, reati connessi alla responsabilità medica e professionale, al diritto penale d’impresa, alla responsabilità amministrativa degli enti e delle società ex d.lgs. 231/01. Offre, altresì, assistenza legale in tema di diritto penale minorile, oltre che in tema di di reati informatici e delle nuove tecnologie, reati contro il patrimonio, contro le persone ed in tema di stupefacenti.
La legge 68/2015 ha introdotto nel codice penale il titolo VI-bis (dei delitti contro l’ambiente), composto da 12 articoli (dal 452-bis al 452-terdecies); all’interno del quale sono previsti cinque nuovi delitti: inquinamento ambientale (452-bis cp); disastro ambientale (452-quater); traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività (452-sexies); impedimento del controllo (452-septies); omessa bonifica (452-terdecies). È prevista altresì una forma di ravvedimento operoso (452-decies) per coloro che si adoperino per evitare conseguenze ulteriori, o provvedano alla messa in sicurezza, alla bonifica o al ripristino.
L'esperienza giudiziale maturata consente di fornire consulenza ed assistenza legale specifica ed altamente qualificata in tutti i campi del diritto penale, ed in particolare in tema di reati connessi alla sicurezza sul lavoro ex Dlgs 81/08, reati connessi alla responsabilità medica e professionale, al diritto penale d’impresa, alla responsabilità amministrativa degli enti e delle società ex d.lgs. 231/01. Offre, altresì, assistenza legale qualificata in tema di diritto penale minorile, oltre che in tema di reati informatici e delle nuove tecnologie, reati contro il patrimonio, contro le persone ed in tema di stupefacenti.
L'Avvocato Francesco Talamo nel corso degli anni ha affrontato numerosi casi di infortuni sul lavoro particolarmente rilevanti grazie ai quali è maturata una esperienza specifica ed altamente qualificata, soprattutto in casi di lesioni colpose derivanti dall'inosservanza delle norme sulla sicurezza sul lavoro ex Dlgs 81/08.
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Francesco Talamo
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