Giuseppe Dimattia

Caso legale seguito

Di recente, ho seguito un delicato caso di separazione separazione coniugale, caratterizzato da un forte conflitto tra i genitori riguardante soprattutto l'affidamento dei due figli minorenni. La separazione, che inizialmente si avviava ad essere trattata dinnanzi all'Autorità Giudiziaria competente, originava dalle forti incomprensioni dei coniugi, che faticavano ad avere una comunicazione serena: infatti, da un lato la madre sosteneva che il padre fosse emotivamente instabile e, dall'altro lato, il padre accusava la madre di voler allontanare i bambini da lui. Così, rappresentando alla coppia che, per il benessere dei propri figli, avrebbero dovuto dapprima tentare un percorso di mediazione familiare presso un affidabilissimo centro di esperti in psicologia familiare, al fine di recuperare un dialogo che fosse privo delle reciproche accuse dal quale era fino ad allora caratterizzato. Dopo aver ottenuto, con non poca fatica, il consenso di entrambi i coniugi ad intraprendere il suddetto percorso, i coniugi hanno recuperato un sano dialogo quotidiano incentrato sui figli, accettando di buon grado un affidamento condiviso degli stessi, con cui entrambi i figli hanno potuto mantenere un rapporto equilibrato con entrambi i genitori, riducendo il trauma legato alla separazione. Dopodiché, i coniugi mi hanno conferito mandato per procedere ad una separazione consensuale, alle condizioni da loro stessi stabilite, il cui apposito accordo è stato depositato presso la competente Procura che ha omologato la separazione.

Sentenza giudiziaria

Nell'ambito di un giudizio di cessazione degli effetti civili del matrimonio, controparte chiedeva revocarsi l'assegno di mantenimento di Euro 800,00 (ottocento/00) assegnato nei confronti della coniuge disoccupata, ritenendo che la stessa fosse una lavoratrice "in nero". Tuttavia, grazie agli atti e ai documenti offerti all'attenzione del Giudicante adito, sono riuscito a far ottenere alla mia assistita una sentenza di separazione che riproduceva esattamente le condizioni della separazione, dimostrando che la coniuge non poteva impegnarsi in alcuna attività lavorativa dovendo badare ai figli minorenni, soprattutto a causa del disinteresse costante del padre.

Recensione positiva

⭐⭐⭐⭐⭐ Mi sono rivolta all'avvocato Giuseppe Dimattia per una complessa questione condominiale che stava rendendo impossibile la mia vita quotidiana. Il nostro condominio era bloccato da una disputa che sembrava irrisolvibile, con vicini in costante conflitto su questioni di gestione e ripartizione delle spese. Quello che più mi ha colpito è stata la sua capacità di mediare tra le parti coinvolte, trovando un equilibrio tra le diverse posizioni e proponendo soluzioni che hanno messo fine al conflitto senza dover ricorrere a lunghe e costose cause legali. Grazie al suo intervento, siamo riusciti a raggiungere un accordo soddisfacente per tutti, riportando serenità nel condominio. L'avvocato Dimattia ha mostrato non solo professionalità, ma anche una grande umanità, ascoltando con attenzione le mie preoccupazioni e rispondendo a ogni dubbio con pazienza e precisione. Raccomando vivamente il suo operato a chiunque si trovi ad affrontare questioni condominiali o altre problematiche legali. È un vero professionista, e grazie a lui ho potuto risolvere una situazione che sembrava senza uscita. Grazie di cuore! — V.M.

Titolo professionale

Il corso ha esaminato la disciplina che il d.lgs n. 149 offre al procedimento in materia di persone, minorenni e famiglie, con l’intento di risolvere alcuni nodi applicativi che già si profilano. E' stata esaminata la disciplina dei poteri affidati al giudice, quando oggetto del processo sono diritti indisponibili, e il diverso regime quando oggetto dello stesso sono diritti relativamente disponibili, come i contributi di mantenimento; delle preclusioni alle difese delle parti in materia di diritti disponibili e alle speciali riaperture concesse in corso di causa; delle misure provvisorie e del regime della loro modificabilità e reclamabilità; del giudizio finale e della sua attuazione, secondo modelli alternativi a quelli del libro III del codice di rito; nonché dell’appello. Speciale esame è stato poi dedicato alla problematica disciplina del rilievo della violenza nel processo e al contraddittorio, con la partecipazione del P.M. e del curatore speciale del minore.

Caso legale seguito

Nel recente passato, mi sono occupato di un caso di diritto di successione. Avendo approfondito preliminarmente la questione, ho suggeito ai miei clienti, figli di un imprenditore della mia zona, di impugnare un testamento che lasciava gran parte del patrimonio a un collaboratore dell'azienda, escludendoli quasi del tutto. Pertanto, impiegando tempo e molto impegno, ho potuto dimostrare che il testamento era stato influenzato dal dolo del collaboratore, sfruttando il declino mentale dell'imprenditore. Grazie a questa strategia, qui solo accennata, gli eredi, in qualità di legittimari, sono riusciti a rientrare nel possesso dei beni a loro spettanti.

Caso legale seguito

Il sig. M*********** gestisce un’azienda di logistica e riceve un contratto per trasportare 10.000 kg di prodotti alimentari da Roma a Milano in sole 24 ore. Durante il viaggio, un violentissimo nubifragio causava un ritardo nella consegna, in conseguenza del quale l’azienda alimentare ***********, destinataria dei prodotti trasportati, rifiutava di corrispondere l'intero importo, sostenendo danni per il ritardo. Dopo aver dimostrato giudizialmente che il ritardo fosse dovuto ad una causa di forza maggiore, indipendente dalla negligenza del vettore, il quale aveva comunque adottato ogni tipo di misura preventiva per evitare il ritardo, il mio assistito sig. M*********** ha evitato la condanna al risarcimento richiesto.

Caso legale seguito

Nel corso della mia carriera professionale, ho avuto l'opportunità di seguire concretamente un'ampia ed eterogenea casistica di fattispecie giuridiche, tra cui un caso di responsabilità medica. Il mio cliente, infatti, è rimasto paralizzato a seguito di un delicato intervento chirurgico in un ospedale pubblico della mia zona. Pertanto, ravvisando che il caso di "mala sanità" avanzatomi dallo sfortunato paziente andasse opportunamente approfondito, ho consigliato al cliente di citare in giudizio sia il medico responsabile dell'intervento chirurgico sia la struttura ospedaliera in cui l'evento dannoso si è verificato. Nel corso del giudizio, infatti, ho dimostrato che la negligenza non riguardava solo l'errore del chirurgo, ma anche il mancato rispetto dei protocolli nonché la non adeguata preparazione del personale medico. Ho inoltre evidenziato che il mio cliente non era stato adeguatamente informato sui rischi dell'intervento. Grazie a questa strategia, qui riassunta brevemente, il suindicato cliente ha ottenuto un risarcimento significativo (e la struttura ospedaliera in questione ha migliorato i protocolli sanitari adottati).