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I reati nelle case di riposo

Quotidiano Nazionale - 1/2020




Intervista: Analizzando i reati nelle case di riposo, bisogna valutare come nascono con un approccio sia preventivo che risolutivo. Un nesso esiste fra la prevenzione e i costi conseguenti alla violenza in termini economici, umani e sociali. Nota la difficoltà a trovar giustizia, per motivi procedurali, probatori, per la vergogna e la difficoltà di sporgere la denuncia. Ancor più evidente il problema della lunghezza di procedimenti che vedono coinvolti gli anziani: “ci sarò per la sentenza?” L’inadeguatezza di molte strutture, la violenza, situazioni poco dignitose che fanno sentire la differenza con la propria casa, intestatari di strutture teste di legno contro cui è praticamente inutile fare causa, sono sicuramente gli aspetti a cui fare attenzione. L’attività di controllo e quella repressiva devono essere affiancate da una specifica prevenzione come il sostegno alle famiglie e la formazione continua sugli operatori. Alcuni spunti di studio possono essere: 1) la valutazione dei diversi livelli di assistenza offerti sul territorio nazionale pensando ad certificazione di “buona struttura” non strettamente assolvendo solo a criteri di certificazione qualitativa quanto piuttosto al grado di soddisfazione dell’utente 2) l’impennata dei numeri dei casi riscontrati negli ultimi anni 3)l’obbligo della presenza delle telecamere a fronte della valutazione dei diritti dei lavoratori coinvolti 4) la formazione continua degli operatori con momenti di confronto utili a far emergere la sofferenza che questo tipo di lavoro comporta 5) la commistione di strutture assistenziali per gli anziani autosufficienti e l’assistenza di bambini

Fonte: Quotidiano Nazionale



Pubblicato da:


Barbara Pezzilli

Avvocato Civilista con studio a Roma e Milano