Pubblicazione legale:
Non
esiste una norma che stabilisca una soglia di contribuzione minima o la misura
in cui debbano essere suddivise tra i coniugi le varie spese necessarie per
gestire la vita quotidiana di una famiglia, quali:
-
costi per i viveri;
-
utenze domestiche;
-
spese per l'auto e per la casa;
-
spese sanitarie;
-
istruzione;
-
imposte e tasse;
-
vestiario;
-
vacanze e svaghi, ecc.
Il
criterio da adottare, secondo la giurisprudenza maggioritaria, è quindi quello delle
"sostanze" di cui dispone ciascun coniuge. Di conseguenza colui che
ha una maggiore forza economica perché, ad esempio, percepisce uno stipendio
più alto dell’altro oppure incassa affitti di immobili, ha maggiori risparmi e
via dicendo, avrà l’onere di fronte ai bisogni della famiglia in misura più
consistente.
Cosa succede se un
coniuge non adempie alla contribuzione delle spese familiari?
Può
accadere che il Tribunale, su ricorso di chiunque manifesti interesse, può
ordinare che una quota dei redditi del coniuge inosservante dell’obbligo sia
versata all’altro.
Oltre allo stipendio ci
sono altri elementi da considerare?
Come
abbiamo già detto, ciascun coniuge partecipa ai bisogni della famiglia con
tutti i beni a sua disposizione, pertanto, oltre allo stipendio percepito, alle
rendite e ai risparmi, al fine di poterne determinare la forza economica
bisogna anche tener conto degli apporti effettuati da ciascun coniuge al
momento delle nozze o durante il matrimonio.
Cosa si intende?
Si
fa riferimento a casi, come:
-
mettere a disposizione della famiglia
una casa di proprietà (già da prima delle nozze) per poterci vivere e non avere
la necessità di doverne acquistare un'altra;
-
effettuare spese di ristrutturazione
sulla casa di proprietà dell'altro coniuge al fine di poterla abitare in
maniera congiunta;
-
partecipare alle spese per l'acquisto
dell'abitazione familiare da parte del coniuge in regime di separazione dei
beni;
-
fare la spesa, cucinare ogni giorno e
pulire la casa, anche se con l'aiuto di una domestica;
-
badare ai figli durante il pomeriggio
mentre la mattina ci si dedica alla propria attività lavorativa, ecc.
Comunione o separazione
dei beni, cosa cambia in questo caso?
Il
dovere di partecipare ai bisogni della famiglia riguarda in egual misura sia le
coppie sposate in regime di comunione dei beni che quelle in regime di
separazione.
Una
cosa bisogna, però, specificarla: in caso di separazione dei beni il fatto di
contribuire ai bisogni della famiglia non incide sul titolo di proprietà di
beni immobili o mobili, quindi, il coniuge che si occupa della gestione
casalinga non può – in alcun modo – vantare diritti sulle proprietà dell’altro.
Avv. Beatrice Mannarini