Sentenza giudiziaria:
Nel caso in esame si è ottenuto in favore dei figli il riconoscimento dei danni morali subiti in conseguenza del decesso del padre, dopo essere stato investito da un filobus, nonostante in sede penale il procedimento a carico del conducente del mezzo fosse stato archiviato.
Nella causa civile è stato accertato che il pedone attraversava la carreggiata stretta, riservata al transito dei mezzi pubblici, passando dietro altro filobus senza prestare attenzione ai veicoli provenienti dal senso opposto.
Nonostante la grave imprudenza del pedone, il conducente del mezzo è stato condannato per non avere dimostrato di avere fatto tutto il possibile per evitare il danno. Secondi il magistrato il conducente di un pesante filobus nella stretta carreggiata riservata ai mezzi pubblici, in prossimità di due contrapposte fermate in zona altamente trafficata (retro della Stazione Centrale) e in occasione dell'incrocio con altro filobus proveniente dalla direzione opposta (con conseguente limitazione della visibilità laterale, attese le dimensioni ridotte della carreggiata) avrebbe imposto, secondo la prudenza esigibile da un guidatore professionale e particolarmente qualificato, il mantenimento di una velocità più contenuta nell'avvicinamento alla fermata e alla zona del sinistro, non essendo certo imprevedibile e abnorme la condotta dei pedoni che attraversano la strada al di fuori dell'attraversamenti riservati e soprattutto in prossimità di fermate dei mezzi pubblici (la ctu ha anche accertato che il mezzo procedeva ad una velocità compresa tra 36-38 km orari):