Sentenza giudiziaria:
L'assistito era tato condannato in primo grado per il reato di associazione a delinquere e per numerosi episodi di truffa. Nella specie, i sodali avevano creato una società attraverso la quale avevano ordinato materiale edile, per un valore di circa 900.000 euro, rimasto sistematicamente impagato.
La Corte di Appello aveva assolto il medesimo in relazione alla maggior parte delle truffe, confermando tuttavia la condanna per il reato associativo e per tre episodi di truffa. A seguito del ricorso, incentrato sul vizio di motivazione, la Suprema Corte aveva infine annullato la sentenza di secondo grado in relazione ai quattro, restanti capi di imputazione.