Riparazione ingiusta detenzione ottenuta per un cliente a seguito di assoluzione dall'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti

2010-2012




Caso legale: Nel caso in esame ricorrevano tutti i presupposti di legge per il riconoscimento in favore del cliente di un’equa riparazione per l’ingiusta detenzione sofferta. Infatti il Sig. Tizio, incensurato, accusato del reato “di cui agli artt. 110 c.p. e 73, comma 1 ed 1 bis, D.P.R. 309/90 per avere illecitamente ricevuto e detenuto (in concorso con altri due soggetti), all’interno dell’autovettura VOLKSWAGEN PASSAT SW, un panetto di sostanza stupefacente del tipo hashish del peso complessivo di grammi 100 circa – sostanza che per la quantità, la qualità, le modalità di presentazione e le specifiche circostanze del fatto non appare destinata ad uso personale. Accertato in Palermo il 2 aprile 2010” e successivamente assolto, a seguito della difesa di questo difensore, con la formula "perché il fatto non costituisce reato" (con sentenza divenuta irrevocabile il 18.02.2012), ha subito la restrizione della libertà personale, per la custodia cautelare degli arresti domiciliari patita ininterrottamente per ben 21 giorni, oltre al primo giorno trascorso in stato di arresto, con traduzione presso il carcere “Ucciardone” di Palermo, avvenuto in data 02.04.2010. Il sig. Tizio, inoltre, non ha contribuito con un proprio comportamento doloso o gravemente colposo all’ingiusta detenzione. Si deve rilevare come l’ingiusta detenzione abbia sortito effetti devastanti sul prevenuto, causandogli gravissimi danni di natura patrimoniale e morale. Ebbene, la Corte di Appello di Palermo, con Ordinanza del 29 aprile 2014, n. 29/2014/RID, ha riconosciuto nei confronti di Tizio, un congruo risarcimento di natura economica al fine di riparare i danni per l'ingiusta detenzione patita dallo stesso.



Pubblicato da:


Carmelo Maltese

Avvocato penalista, previdenzialista e dell'immigrazione e cittadinanza.




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