Il contratto di donazione e la riforma: quali sfide e opportunita'

Scritto da: Daniela Lombardo - Pubblicato su IUSTLAB




Pubblicazione legale:


In un contesto caratterizzato da rapidi cambiamenti normativi e da una crescente attenzione verso la pianificazione patrimoniale, il contratto di donazione assume oggi un ruolo strategico. Tuttavia, proprio per questo, diventa essenziale comprenderne la disciplina attuale, le criticità e come la recente riforma – in parte già operativa – incida su operazioni e strategie.

Che cos’è il contratto di donazione

Il contratto di donazione è quel negozio mediante il quale un soggetto (“donante”) trasferisce gratuitamente un proprio diritto o assume un’obbligazione a favore di un altro soggetto (“donatario”).
In particolare, secondo l’art. 769 c.c. «la donazione è il contratto col quale … per spirito di liberalità, una parte arricchisce l’altra».
Importanti caratteristiche:

- occorre accettazione del donatario;

- la donazione deve riguardare beni presenti del donante, non beni futuri (art. 771 c.c.).

- la forma: per i beni immobili o altri diritti reali, vige la forma dell’atto pubblico.


Perché è importante oggi

Dal punto di vista della consulenza strategica, la donazione:

consente una trasmissione patrimoniale “in vita”, anticipando la successione e assumendo una funzione di pianificazione;

impatta sulle questione fiscali (imposta sulle donazioni, successioni), sulla protezione patrimoniale, e sulla governance familiare;

richiede attenzione a possibili impatti, tra cui l’azione di riduzione da parte dei legittimari, o il rischio di impugnazione in presenza di ingiustificati squilibri.


Le criticità più frequenti

Forma e pubblicità: per evitare inefficacia nei confronti dei terzi, è fondamentale osservare la forma richiesta e la trascrizione, se pertinente.

Riduzione / collazione: se la donazione danneggia la quota di legittima, i legittimari possono agire. Occorre valutare con attenzione le composizioni patrimoniali.

Aspetti fiscali: la qualificazione, l’imposta di donazione, eventuali liberalità indirette possono complicare il quadro.

Conseguenze familiari e generazionali: la donazione può generare conflitti tra familiari, rischi per la governance, per il passaggio generazionale di imprese.


La riforma della disciplina in materia di imposte su successioni e donazioni

Negli ultimi mesi l’ordinamento ha introdotto cambiamenti rilevanti. In particolare, con il D.Lgs. 18 settembre 2024 n. 139, attuativo della delega fiscale (L. 111/2023), sono intervenute modifiche della disciplina dell’imposta sulle successioni e donazioni.
Ecco alcune delle principali novità:

Introduzione del principio dell’autoliquidazione dell’imposta, secondo il quale è il contribuente a calcolare e versare l’imposta, salvo controlli successivi da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Chiarimenti sull’agevolazione per il trasferimento di aziende e partecipazioni sociale/familiari: la riforma amplia l’ambito e definisce con maggiore precisione i requisiti.

Disciplina specifica per il trust, vincoli di destinazione e liberalità indirette.


Impatti sul contratto di donazione e sul consiglio professionale

Per il professionista che assiste donanti e famiglie il nuovo quadro impone una visione aggiornata e strategica. Ecco alcuni spunti:

1. Verifica preventiva della struttura patrimoniale
Prima di procedere con la donazione è importante mappare il patrimonio, verificare eventuali debiti, vincoli, azioni future di legittimari, e considerare le implicazioni generazionali.


2. Forma, trasparenza e sicurezza giuridica
La scelta della forma dell’atto è cruciale (atti pubblici, trascrizione quando necessaria). Occorre anche adeguata documentazione – ad esempio in caso di liberalità indirette o aggiustamento del patrimonio tramite donazione.


3. Aspetti fiscali e temporalità
In un contesto in cui l’autoliquidazione è la regola, la correttezza nel calcolo dell’imposta è centrale. Il consulente deve guidare il cliente nella comprensione di franchigie, aliquote, esenzioni (ad esempio per passaggio generazionale) e nella tempistica degli adempimenti.


4. Pianificazione generazionale integrata
La donazione non va vista come un atto isolato: deve inserirsi in un progetto più ampio di governance patrimoniale e familiare (passaggio generazionale, struttura societaria, eventuali patti tra family members).


5. Monitoraggio delle evoluzioni normative
Le modifiche al regime fiscale, le prassi dell’Agenzia delle Entrate, le decisioni giurisprudenziali – ad esempio in tema di liberalità indirette, trust, azione di restituzione – impongono un costante aggiornamento.



Perché oggi è un buon momento per riflettere insieme

In un contesto di incertezza economica e patrimoniale, la donazione può offrire soluzioni concrete: alleggerimento patrimoniale, protezione del patrimonio, garanzia della continuità dell’impresa, tutela della generazione successiva. Ma lo fa solo se strutturata con rigore, consapevolezza e adattata al nuovo contesto normativo.
La riforma in corso offre una finestra di opportunità per ripensare le strategie: chi si muove oggi con competenza e visione può ottenere inattesi benefici.

In sintesi

Il contratto di donazione resta uno strumento potente, ma implica obblighi formali e analisi preventiva.

Le modifiche normative (autoliquidazione, chiarimenti sull’agevolazione aziendale, disciplina trust) richiedono un aggiornamento professionale e operativo.

Il consulente patrimoniale/legale svolge un ruolo chiave per trasformare l’atto di donazione da “prestazione isolata” a componente di una strategia complessiva.

Pianificazione, trasparenza, coerenza generazionale: queste le parole chiave per “donare bene”.


Invito alla riflessione: Se sei un professionista o un imprenditore che sta considerando la donazione come parte del proprio piano patrimoniale, questo è il momento per mettersi al tavolo, fare le analisi, definire la strategia e attivare l’atto con consapevolezza.



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Avvocato Daniela Lombardo a Meolo
Daniela Lombardo

Avvocato a Venezia