Pubblicazione legale:
In
un contesto caratterizzato da rapidi cambiamenti normativi e da una
crescente attenzione verso la pianificazione patrimoniale, il
contratto di donazione assume oggi un ruolo strategico. Tuttavia,
proprio per questo, diventa essenziale comprenderne la disciplina
attuale, le criticità e come la recente riforma – in parte già
operativa – incida su operazioni e strategie.
Che
cos’è il contratto di donazione
Il
contratto di donazione è quel negozio mediante il quale un soggetto
(“donante”) trasferisce gratuitamente un proprio diritto o assume
un’obbligazione a favore di un altro soggetto (“donatario”).
In
particolare, secondo l’art. 769 c.c. «la donazione è il contratto
col quale … per spirito di liberalità, una parte arricchisce
l’altra».
Importanti
caratteristiche:
- occorre
accettazione del donatario;
-
la
donazione deve riguardare beni presenti del donante, non beni futuri
(art. 771 c.c.).
- la
forma: per i beni immobili o altri diritti reali, vige la forma
dell’atto pubblico.
Perché
è importante oggi
Dal
punto di vista della consulenza strategica, la donazione:
consente
una trasmissione patrimoniale “in vita”, anticipando la
successione e assumendo una funzione di pianificazione;
impatta
sulle questione fiscali (imposta sulle donazioni, successioni), sulla
protezione patrimoniale, e sulla governance familiare;
richiede
attenzione a possibili impatti, tra cui l’azione di riduzione da
parte dei legittimari, o il rischio di impugnazione in presenza di
ingiustificati squilibri.
Le
criticità più frequenti
Forma
e pubblicità: per evitare inefficacia nei confronti dei terzi, è
fondamentale osservare la forma richiesta e la trascrizione, se
pertinente.
Riduzione
/ collazione: se la donazione danneggia la quota di legittima, i
legittimari possono agire. Occorre valutare con attenzione le
composizioni patrimoniali.
Aspetti
fiscali: la qualificazione, l’imposta di donazione, eventuali
liberalità indirette possono complicare il quadro.
Conseguenze
familiari e generazionali: la donazione può generare conflitti tra
familiari, rischi per la governance, per il passaggio generazionale
di imprese.
La
riforma della disciplina in materia di imposte su successioni e
donazioni
Negli
ultimi mesi l’ordinamento ha introdotto cambiamenti rilevanti. In
particolare, con il D.Lgs. 18 settembre 2024 n. 139, attuativo
della delega fiscale (L. 111/2023), sono intervenute modifiche della
disciplina dell’imposta sulle successioni e donazioni.
Ecco
alcune delle principali novità:
Introduzione
del principio dell’autoliquidazione dell’imposta, secondo il
quale è il contribuente a calcolare e versare l’imposta, salvo
controlli successivi da parte dell’Agenzia delle
Entrate.
Chiarimenti
sull’agevolazione per il trasferimento di aziende e partecipazioni
sociale/familiari: la riforma amplia l’ambito e definisce con
maggiore precisione i requisiti.
Disciplina
specifica per il trust, vincoli di destinazione e liberalità
indirette.
Impatti
sul contratto di donazione e sul consiglio professionale
Per
il professionista che assiste donanti e famiglie il nuovo quadro
impone una visione aggiornata e strategica. Ecco alcuni spunti:
1.
Verifica preventiva della struttura patrimoniale
Prima
di procedere con la donazione è importante mappare il patrimonio,
verificare eventuali debiti, vincoli, azioni future di legittimari, e
considerare le implicazioni generazionali.
2.
Forma, trasparenza e sicurezza giuridica
La
scelta della forma dell’atto è cruciale (atti pubblici,
trascrizione quando necessaria). Occorre anche adeguata
documentazione – ad esempio in caso di liberalità indirette o
aggiustamento del patrimonio tramite donazione.
3.
Aspetti fiscali e temporalità
In
un contesto in cui l’autoliquidazione è la regola, la correttezza
nel calcolo dell’imposta è centrale. Il consulente deve guidare il
cliente nella comprensione di franchigie, aliquote, esenzioni (ad
esempio per passaggio generazionale) e nella tempistica degli
adempimenti.
4.
Pianificazione generazionale integrata
La
donazione non va vista come un atto isolato: deve inserirsi in un
progetto più ampio di governance patrimoniale e familiare (passaggio
generazionale, struttura societaria, eventuali patti tra family
members).
5.
Monitoraggio delle evoluzioni normative
Le
modifiche al regime fiscale, le prassi dell’Agenzia delle Entrate,
le decisioni giurisprudenziali – ad esempio in tema di liberalità
indirette, trust, azione di restituzione – impongono un costante
aggiornamento.
Perché
oggi è un buon momento per riflettere insieme
In
un contesto di incertezza economica e patrimoniale, la donazione può
offrire soluzioni concrete: alleggerimento patrimoniale, protezione
del patrimonio, garanzia della continuità dell’impresa, tutela
della generazione successiva. Ma lo fa solo se strutturata con
rigore, consapevolezza e adattata al nuovo contesto normativo.
La
riforma in corso offre una finestra di opportunità per ripensare le
strategie: chi si muove oggi con competenza e visione può ottenere
inattesi benefici.
In
sintesi
Il
contratto di donazione resta uno strumento potente, ma implica
obblighi formali e analisi preventiva.
Le
modifiche normative (autoliquidazione, chiarimenti sull’agevolazione
aziendale, disciplina trust) richiedono un aggiornamento
professionale e operativo.
Il
consulente patrimoniale/legale svolge un ruolo chiave per trasformare
l’atto di donazione da “prestazione isolata” a componente di
una strategia complessiva.
Pianificazione,
trasparenza, coerenza generazionale: queste le parole chiave per
“donare bene”.
Invito
alla riflessione: Se sei un professionista o un imprenditore che sta
considerando la donazione come parte del proprio piano patrimoniale,
questo è il momento per mettersi al tavolo, fare le analisi,
definire la strategia e attivare l’atto con consapevolezza.