Pubblicazione legale:
Rivista Trimestrale di Diritto Tributario · 18 nov 2020
La figura della “società schermo” è una costruzione artificiosa finalizzata ad eludere la normativa degli Stati membri; la sua funzione, infatti, non è quella di raggiungere un risultato sostanzialmente economico ma, piuttosto, un vantaggio fiscale ottenuto tramite un raggiro della ratio della norma tributaria. Tale fenomeno elusivo trova collocazione nell’ambito delle strategie di “pianificazione fiscale aggressiva”, adottate dagli obbligati d’imposta per abbattere l’imponibile, sfruttando le peculiarità esistenti tra i regimi fiscali. La figura della “società schermo” è una forma di abuso del diritto, rilevante sia ai fini civilistici, come risultato dell’esercizio di un diritto oltre il limite “funzionale” implicitamente previsto dalla singola norma, sia a fini tributari, quale strumento asservito al raggiungimento di un mero beneficio fiscale indebito. Il presente lavoro, quindi, focalizza l’indagine sulla natura della “società schermo”, individuandone i presupposti oggettivi e soggettivi, oltre gli elementi sintomatici idonei a rivelare l’esistenza del fenomeno abusivo. A tal fine, affrontando brevemente anche le conseguenze giuridiche nei casi di inesatta qualificazione della fattispecie abusiva, si valuta se il campo di applicazione dell’abuso in presenza di una “società schermo”, anche alla luce della Direttiva 2016/1164/UE (c.d. «ATAD 1») e dell’interpretazione giurisprudenziale delle sentenze “danesi”, possa aver assunto un ulteriore e più esteso significato: non solo «costruzione di puro artifizio», ma anche «non genuina».
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