Sentenza giudiziaria: Dopo quattro anni e si è concluso con un assoluzione il processo ad un pakistano accusato di adescamento di minori sui social per uno scambio d'identità virtuale. Tutto inizia nel 2021 quando dei ragazzini torinesi, tramite i genitori, denunciano quanto accaduto durante una diretta su Instagram dedicata a una influencer. Al gruppo da loro creato e aperto al pubblico, una sera si aggiunge un profilo che risponde al nome e al cognome dell'indagato, che dimora fuori dal Piemonte e all'epoca dei fatti viveva in una comunità per stranieri. Difeso dall'avvocato Emanuele Crozza, l'uomo è stato assolto dal tribunale di Torino per non aver commesso il reato. Dietro lo schermo del cellulare si nascondeva un'altra persona (non rintracciata) che ha tentato un approccio scon i ragazzini All'origine del raggiro c'è un uso non personale dei cellulari all'interno della comunità dove l'indagato all'arrivo si era intestato un telefono e poi lo aveva ceduto agli altri ospiti. Grazie alla testimonianza di un operatore si è dimostrato che nel centro i dispositivi sono utilizzati da più persone e dunque che l'utenza telefonica e relativi social non erano più collegabili direttamente all'imputato. Il ruolo dell’avvocato penalista va ben oltre la semplice applicazione delle norme giuridiche. Esso rappresenta la difesa dei diritti fondamentali della persona, anche quando questa si trova nelle condizioni più critiche, accusata di un reato. In un sistema di regole rigorose e leggi severe, l’avvocato ha il compito essenziale di garantire che il diritto alla difesa sia sempre rispettato, perché “Nemo tenetur se detegere” (nessuno è tenuto ad accusare sé stesso). L’avvocato è il baluardo di chi vede i propri diritti messi in pericolo da un'accusa, fondata o meno. È suo dovere fornire assistenza al cliente con un impegno che va oltre il mero tecnicismo, assumendo una posizione di tutela personale nei confronti di chi si affida a lui. Questo principio si basa su una tradizione antica, quella dell’“Audiatur et altera pars” (sia ascoltata anche l’altra parte), che resta il fondamento di un sistema giudiziario equo e giusto. Ogni persona ha diritto a essere difesa e a esporre la propria versione dei fatti, perché solo così si può giungere a una verità processuale autentica. Per un avvocato penalista, il cliente è una figura sacra, da proteggere con le armi del diritto e con la dedizione che la professione richiede. Questo non significa ignorare le regole, ma rispettarle scrupolosamente: il dovere di difesa non deve mai trasformarsi in un sostegno a pratiche scorrette o illegali. È un equilibrio delicato che l’avvocato è chiamato a mantenere, in cui il rispetto delle norme si coniuga con la lotta per garantire al cliente un processo giusto e una difesa che sia non solo formale, ma anche sostanziale. A tal proposito, le parole di Piero Calamandrei sono emblematiche: “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”. L’avvocato penalista incarna questa libertà, rappresentando la voce di chi rischia di perderla per sempre, spesso ingiustamente, e ricorda che la giustizia si misura nella protezione dei diritti di ciascun individuo. La sacralità del cliente è, dunque, una responsabilità radicata nel tessuto stesso della giustizia, dove il difensore diventa la voce di chi, spesso, non può far valere le proprie ragioni. In questo contesto, trova spazio anche una riflessione di Fabrizio De André: “Anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”. Queste parole richiamano l'importanza di non dimenticare che il sistema penale riguarda tutti e che il rischio di un errore giudiziario è una minaccia che può colpire chiunque. La figura dell'avvocato, allora, diventa un argine essenziale contro l’ingiustizia e l’arbitrio, un garante che tutela non solo il cliente, ma anche i principi democratici della società.