Pubblicazione legale:
LE FALSE QUERELE PER ABUSI E MALTRATTAMENTI NELLE
CRISI CONIUGALI
Le false accuse di maltrattamenti in famiglia, particolarmente durante i processi di separazione e divorzio, rappresentano un tema delicato che richiede una disamina approfondita. In questo articolo, esamineremo le ragioni dietro tali accuse, le conseguenze giuridiche e processuali, concentrandoci sulle potenziali implicazioni dannose sui figli minori e sulla lesione del loro diritto alla bigenitorialità.
Quali scopi si celano dietro tali accuse?
Ovviamente la risposta non può essere univoca, spaziando le ragioni dalle
vendette personali alle strategie legali che puntano per la stragrande
maggioranza dei casi, ad ottenere benefici economici (assegno di separazione
per il coniuge magari malcelato dietro una sproporzionata richiesta di
mantenimento per il minore, assegnazione casa coniugale) per via processuale.
Non di rado, poi, le motivazioni sono anche più banali, magari dettate dal solo
intento di liberarsi del/la partner "superato/a" per dare albergo
alla nuova relazione considerata, chiaramente più gratificante al momento,
spesso in assenza di ogni criterio di tutela dei figli che si ritrovano a
convivere con persone fino a poco prima totalmente estranee.
Per
questi scopi, spesso, tristemente, non ci si fa alcuno scrupolo a sporgere
querela, con le conseguenze di cui di seguito.
I
riflessi giuridici e processuali delle false accuse
Statistiche ufficiali evidenziano, sin dall'anno 2009, che tra l’85% e
il 90% dei casi sono le madri ad avanzare un’accusa nei
confronti dell’ex marito, e che solo in 2 casi su 10 circa si
rivela reale, il resto sono querele chiaramente strumentali, enfatizzate ed
usate con le finalità di cui dicevamo prima, de facto, configurano un vero
e proprio ricatto nei confronti dei mariti durante le separazioni.
Da allora, le false accuse di maltrattamenti, percosse, abusi
sessuali e violenze di vario genere sono progressivamente aumentate, fino
a percentuali del 95 per cento sul totale delle querele sporte per i
medesimi reati, principalmente, nel corso delle cause di separazione o
nei conflitti tra ex coniugi per le decisioni che riguardano i figli minori.
E'
chiaro che una ratio statistica così sproporzionata tra querele false che
vengono archiviate con grave dispendio di risorse economiche ed umane
dello Stato necessarie per lo svolgimento delle adeguate indagini, non
può che creare varie discrasie gravi nell'attività di Pubblici
Ministeri e Forze dell'Ordine, ma anche (e, mi si conceda dire soprattutto),
agli avvocati che operano nel ramo della Lotta contro la
Violenza Domestica che, spesso si trovano a dover lottare contro alcuni
pregiudizi che finiscono per rischiare di far rimanere prive di tutela
vittime vere che magari non hanno (in mala fede) accumulato mezzi di
prova ulteriori rispetto alle stesse dichiarazioni della vittima, non hanno
testimoni "precostituiti", e, pertanto, rischiano di non
ricevere la medesima attivazione emergenziale a protezione, che si attiva
invece quando una "sedicente" vittima produce una pletora di chat,
audio/video, tutti creati artatamente, per fare in modo che si disponga
immediatamente l'allontanamento dalla casa coniugale, con il divieto di
avvicinamento alla querelante.
L'ovvia
e conseguente grande attenzione da porre quindi nella valutazione di tali atti
ove si richiede di attivare immediatamente strumenti di protezione
immediata profondamente restrittivi ed umilianti per chi li subisce
ingiustamente, hanno, come primo effetto immediato, quello di ingolfare i
ruoli dei P.M. prima e dei giudici dopo, togliendo quindi spazio per una
immediata e corretta applicazione delle leggi a protezione delle vittime vere,
per le quali, la medesima ricerca della verità diviene quindi un problema
ulteriormente vittimizzante.
Conseguenze
psicologiche sui minori e sul loro Diritto alla Bigenitorialità
Ciò che questi "spregiudicati" genitori non valutano al momento in
cui si determinano a procedere in questo senso contro il coniuge è l'impatto
che tale forzato e repentino allontanamento (mai di breve periodo) provoca ai
figli che con tale genitore avevano invece un legame affettivo sano. I figli
contesi tra i genitori in maniera così strumentale e violenta finiscono per
provare inesistenti sensi di colpa che li potrebbero portare a reagire in
maniera a volte violenta, a volte autolesionista, a volte portarli a
rinchiudersi in loro stessi, a cercare comunque di non deludere nessuno degli
adulti, cagionando quindi loro dei danni a volte irreversibili nella loro
crescita.
E'
quindi di fondamentale importanza che tutti gli operatori del settore, avvocati
in prima istanza perché spesso i primi a dover valutare le istanze delle
clienti, si approccino con grande spirito di valutazione oggettivo ed analitico
dei fatti narrati, e di tutta la documentazione, spesso corroborata da referti
ospedalieri, meglio se coadiuvati da professionisti psicologi che possano
cercare di far venire a galla eventuali racconti basati su una chiara mala
fede, per evitare che per ogni vittima non reale, venga negata giustizia ad una
vittima reale, ponendola magari in pericolo di vita, oltre che finendo per
ledere il diritto alla bigenitorialità che ogni minore ha dalla
nascita.
avv. Eugenio Zappalà