Pubblicazione legale:
A partire dai primi anni Ottanta, parallelamente ad altri ordinamenti latino-americani, il legislatore brasiliano si sforzava di superare le antiche ostilità verso l’arbitrato.
Le ragioni di questa inversione di tendenza si trovavano tanto nella necessità di assecondare le esigenze del nascente mercato globale, quanto nel tentativo di porre rimedio alla forte crisi che opprimeva la giustizia ordinaria. Il lungo e travagliato percorso per la realizzazione di una nuova disciplina in materia di arbitrato si concluse positivamente solo nel 1996, con l’entrata in vigore della legge n. 9.307, nota come Lei de arbitragem. I nuovi approcci a concetti tradizionali e le semplificazioni procedimentali garantirono il successo immediato della nuova legge. Tuttavia, il diffuso utilizzo e la grande attenzione della dottrina per l’istituto, resero ben presto evidenti le carenze della legge n. 9.307/1996. Al fine di colmare alcune di queste lacune, soprattutto quelle relative alle materie arbitrabili, il legislatore brasiliano elaborò la riforma della Lei de arbitragem con la legge n. 13.129/2015. Esaminare le innovazioni e le problematicità della Lei de arbitragem e della sua recente riforma a venti anni dalla sua emanazione consente di comprendere se in un contesto come quello brasiliano, in cui la disciplina dell’arbitrato è particolarmente fiorente e apprezzata, l’applicazione di questo strumento alternativo di composizione delle controversie sia o meno una valida cura somministrabile per la risoluzione di tutti i mali della giustizia.
Fonte: Roma e America, 38 (2017)