Pubblicazione legale:
Un
recente Sentenza del Tribunale di Milano, n. 6935 del 10 agosto 2021, ha
confermato che lo scambio di messaggi tramite WhatsApp, ove non ne sia
contestata la provenienza od il contenuto, può essere utilizzata come prova
dell’esistenza di un accordo tra le parti.
Ma
come è possibile?
Ebbene,
le conversazioni contenute sulle piattaforme messaggistiche possono assumere
valore probatorio poiché hanno natura di documenti informatici e, in
quanto tali, sono acquisibili in giudizio.
I
messaggi WhatsApp, dunque, possono essere considerati come prova ed assumere
valore di pattuizione contrattuale, come nel caso deciso dalla corte meneghina.
Contestare
la provenienza ed il contenuto di un messaggio WhatsApp o di un SMS, si può?
Certo,
è possibile contestare la provenienza del messaggio, e con essa la sua
paternità apparente, nonché il contenuto del messaggio.
La
copia cartacea o digitale di un documento informatico costituisce una
riproduzione meccanica con valore probatorio, sempre e solo nell’ipotesi che
non venga contestata ed avversata dalla controparte.
È
sufficiente la stampa o la trascrizione del messaggio?
Non
proprio.
Ad
esempio, le conversazioni WhatsApp prodotte con la sola trascrizione del loro
contenuto su un foglio word saranno considerate prive di valore probatorio se
non accompagnate dal supporto informatico (tablet/smartphone) in cui sono contenute.