Sentenza giudiziaria:
Una recente importassima pronuncia di merito emessa dal Tribunale Ordinario di Milano (sentenza n. 11241/2025, pubblicata il 9 giugno 2025) ha riacceso le speranze di molti discendenti di cittadini italiani nel mondo, scoraggiati dalle restrizioni introdotte dal Decreto-Legge n. 36/2025 e dalla sua successiva legge di conversione.
Il caso
Il procedimento aveva per oggetto una diversa questione amministrativa connessa a un permesso di soggiorno, ma nel corpo della motivazione il Giudice ha incidentalmente affrontato il tema dell’applicazione della nuova normativa sulla cittadinanza italiana iure sanguinis. Sebbene non fosse questa la domanda principale del giudizio, il Tribunale ha ritenuto di dover esaminare la portata della riforma normativa alla luce del principio di legalità e di irretroattività della legge, sancito in modo trasversale nell’ordinamento giuridico italiano.
Il principio affermato
La sentenza ha chiarito che la nuova disciplina introdotta dal DL 36/2025 — che restringe l’accesso alla cittadinanza iure sanguinis richiedendo che almeno un genitore o un nonno abbia vissuto in Italia — non può trovare applicazione retroattiva. Tale principio comporta che i richiedenti nati prima dell’entrata in vigore della legge devono vedersi applicare la normativa previgente, a condizione che abbiano già avviato un percorso amministrativo o giudiziario per il riconoscimento.
Impatto e rilevanza per i richiedenti
Anche se si tratta solo di una prima pronuncia giudiziaria — e per di più resa in un giudizio che non verteva espressamente su questo tema — la portata interpretativa del principio enunciato è significativa. Si tratta, infatti, di un primo segnale giurisprudenziale che rimette in discussione l’interpretazione più restrittiva della riforma legislativa e apre la possibilità a numerosi discendenti di cittadini italiani di proseguire nel loro percorso verso il riconoscimento della cittadinanza.
Per tutti coloro che, all’indomani della riforma, si erano sentiti esclusi dal nuovo perimetro normativo, questa sentenza rappresenta una svolta incoraggiante. In attesa di un consolidamento dell’indirizzo giurisprudenziale, è opportuno per i richiedenti valutare tempestivamente la proposizione di una domanda formale — o, ove necessario, un ricorso — per cristallizzare la propria posizione giuridica rispetto alla normativa anteriore.
Conclusioni
Alla luce di questi sviluppi, diversi nostri clienti hanno già deciso di intraprendere comunque il percorso giudiziario per ottenere il riconoscimento dello status di cittadini italiani, facendo valere il principio di non retroattività della legge e confidando in un ampliamento di questo orientamento giurisprudenziale. Lo studio segue con attenzione l’evolversi della questione, pronto ad assistere chi desidera tutelare i propri diritti.