Pubblicazione legale:
Si tratta di un articolo che affronta scientificamente il tema della successione delle leggi penali quando una disposizione più favorevole al reo sia stata soppressa dalla legge di conversione ed abbia perso efficacia sin dall'inizio.
Vengono specificamente commentate due pronunce giudiziarie della pretura di Padova in data 27 gennaio 1983 e del pretore di Cervignano in data 16 marzo 1983.
Nel caso di decreto legge non convertito, la soluzione negativa (riguardo l'applicabilità della disposizione abolitrice di reato ovvero più favorevole al reo) si fonda, oltre che sul contrasto con il principio di inefficacia ex tunc stabilito dall'art. 77 terzo comma della costituzione, su un argomento di indubbia forza, secondo il quale attraverso il congegno dell'art. 2 del codice penale si potrebbe pervenire a conseguenze aberranti nel caso il governo adotti un decreto che "depenalizzi" singoli reati commessi da propri membri.
Anche se tale provvedimento non fosse mai convertito in legge, si realizzerebbe, in pratica, l'impunità per i ministri colpevoli.
Nella pubblicazione dell'avv. Gabriele Cianci, risalente al 1984, vengono affrontate problematiche giuridiche, con ampi richiami di dottrina e giurisprudenza, in modo quasi "profetico" poiché il tema sarebbe divenuto di scottante attualità quando, nei primi anni 2000, il governo in carica aveva iniziato a varare le cosiddette leggi "ad personam".
Fonte: Rivista Italiana di Diritto e Procedura Penale, marzo 1984.