Caso legale:
Il nostro assistito condannato per una pluralità di delitti con il patrimonio (furti aggravati, rapine, ricettazioni ed associazione per delinquere) era in espiazione della pena di anni 20 di reclusione derivante da un cumulo di pene effettuato dalla Procura Generale presso la Corte di Appello.
Dopo aver scontato metà della pena inflitta e quindi dieci anni di reclusione, abbiamo proposto istanza al Tribunale di Sorveglianza affinché al nostro assistito fosse concessa la misura alternativa alla detenzione della semilibertà ai sensi dell'art. 50 della legge di ordinamento penitenziario.
Il Tribunale di Sorveglianza, all'esito di una lunga istruttoria che ha riguardato la condotta carceraria del condannato, la sua personalità, il nucleo familiare di appartenenza e la concreta possibilità di dedicarsi ad onesta e regolare attività lavorativa, ha concesso al predetto di usufruire del regime della semilibertà che prevede la possibilità di trascorrere parte della giornata (dalle prime ore del mattino e fino alla sera) al di fuori dello stabilimento penitenziario dedicandosi ad attività lavorativa.
In tal modo viene garantita la possibilità per il condannato di conseguire un graduale reinserimento nel tessuto sociale e, al contempo, viene conservata la possibilità di effettuare un penetrante controllo sul suo modus vivendi.