Pubblicazione legale:
BREVE ARRINGA A DIFESA DI CHI ESERCITA LA PROSTITUZIONE:
LEGALIZZARE NON SIGNIFICA TASSARE O “LENOCINIO DI STATO”
Dopo una lunga pausa intervengo nuovamente col mio blog su un argomento tornato di attualità con la presenza di Matteo Salvini al ministero dell’interno, vale a dire legalizzare la prostituzione per fare cassa e introdurre la tassazione del “più antico mestiere del mondo” in una prospettiva di debito pubblico record e di sempre più concreto “rischio default” in Italia. La prima considerazione politica da svolgere sul tema è quindi d’obbligo: si intende legalizzare un servizio, una professione, nonostante i 60 anni di legge Merlin e gli ostacoli-sbarramenti tradizionali fin qui posti dall’ordinamento civilistico, più ancora che da quello penale, per riconoscere finalmente la dignità di persone e lavoratori/lavoratrici del settore come “sex workers”, nella definizione di origine anglosassone, oppure prevalentemente perché uno Stato dissestato e che fa acqua da tutte le parti, soprattutto in termini di tutela dei diritti, ha l’esigenza impellente di fare cassa raccimolando soldi a destra e a manca anche con metodi e principi discutibili? Rientra in giuoco, in pratica, quello che, ai tempi dei dibattiti sulla Legge Merlin, veniva definito, senza mezzi termini, come “lenocinio di Stato”. Infatti, se il problema fosse quello di diritto del lavoro o di tutela dei diritti costituzionali della personalità, se in ultima analisi, il problema fosse quello di tutelare le persone, come valori costituzionali fondamentali e primari, la questione della tassazione non dovrebbe essere posta al centro..segui il blog
Fonte: Mio blog personale - leggi l'articolo