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Il corso mi ha permesso di conoscere la nuova istituzione della Procura Europea (EPPO). L’istituzione della Procura Europea, organo dell’Unione Europea incaricato di individuare, perseguire e rinviare a giudizio gli autori di reati che ledono gli interessi finanziari dell’UE, rappresenta una svolta epocale nel percorso verso uno spazio giudiziario europeo realmente unificato.
Negli ultimi anni, infatti, il superamento delle frontiere interne, l’avanzamento dell’integrazione economica e il fenomeno della criminalità transfrontaliera hanno messo in evidenza i limiti degli strumenti tradizionali di cooperazione giudiziaria tra Stati. In questo contesto, la creazione di un unico ufficio europeo – con sede a Lussemburgo ma operativo in 24 Stati membri – risponde all’esigenza di un approccio sovranazionale nella lotta contro i reati che danneggiano il bilancio dell’Unione.
Si tratta di una novità senza precedenti, che pone sfide complesse e apre scenari finora inesplorati. Per affrontare questa trasformazione, è fondamentale che l’intera avvocatura europea sia pronta, attraverso una formazione continua e specifica. La EPPO, infatti, rappresenta un autentico “game changer” per il diritto penale europeo.
Con l’ingresso in funzione di questo nuovo organo, cambiano le regole del gioco. Le indagini condotte dalla EPPO coinvolgono ordinamenti giuridici molto diversi tra loro: 24 sistemi penali e procedurali differenti, ognuno con la propria lingua e le proprie specificità. Non si tratta più solo di confrontarsi con norme di diritto interno, ma di conoscere e applicare il diritto dell’Unione Europea nella sua complessità.
Per questo motivo, diventa imprescindibile lo studio della normativa UE, a partire dai Trattati, dalla Direttiva PIF 1371/2017, dal Regolamento 1939/2017, e dai più recenti interventi della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e della Corte di Cassazione. L’attenzione dev’essere sempre rivolta alla tutela dei diritti fondamentali e al rispetto di standard minimi di garanzia per tutti i cittadini