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L'articolo "Formazione sulla sicurezza sul lavoro e Modello 231: un nesso inscindibile" analizza la sentenza della Corte di Cassazione Penale, n. 15697/2025, che ribadisce la centralità della formazione in materia di sicurezza sul lavoro come strumento indispensabile per prevenire gli infortuni e le conseguenti responsabilità aziendali ai sensi del D.Lgs. 231/2001.
Il caso esaminato riguarda un grave infortunio occorso a un lavoratore durante lo scarico manuale di materiale edile, a causa della mancata adozione di procedure sicure e, soprattutto, di un'adeguata formazione. La Suprema Corte ha confermato la condanna del datore di lavoro per lesioni colpose, sottolineando come l'obbligo di garantire la sicurezza costituisca una posizione di garanzia indelegabile, salvo il conferimento di una delega formale e specifica.
L'articolo evidenzia il collegamento diretto tra l'omessa o inadeguata formazione e l'evento lesivo. Secondo la Cassazione, una formazione "efficiente" – intesa come specifica, adeguata, verificabile e continua – avrebbe fornito al lavoratore gli strumenti per riconoscere e gestire il rischio, prevenendo l'incidente.
Infine, l'analisi collega questi obblighi alla responsabilità amministrativa degli enti (D.Lgs. 231/2001), spiegando come l'adozione di un Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo (MOGC) efficace, che includa protocolli formativi rigorosi e un Organismo di Vigilanza autonomo, sia l'unica via per l'azienda di andare esente da responsabilità. L'investimento in una formazione di qualità e in un solido modello organizzativo non è, quindi, un mero adempimento formale, ma un fattore strategico per tutelare la salute dei lavoratori e la solidità dell'impresa.
Fonte: Avv. Giovanni Caviglia - leggi l'articolo