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Smart working e inclusione dei disabili nel contesto lavorativo: il caso delle regioni italiane

Scritto da: Giulia Sberna - Quaderni della Fondazione Brodolini, Itinerari di diritto e relazioni di lavoro




Pubblicazione legale: L’intervento propone un’analisi comparativa dello smart working come strumento per favorire l’inclusione dei soggetti disabili nel lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, focalizzandosi sulle differenze nell’adozione e nel supporto alle pratiche di lavoro agile tra alcune regioni italiane. Attraverso un’analisi delle politiche regionali, degli incentivi e delle buone pratiche adottate, si metteranno in evidenza le opportunità legate a questa forma di lavoro nell’ambito della promozione dell’uguaglianza e della partecipazione attiva delle persone con disabilità. Lo smart working rientra infatti tra gli accomodamenti ragionevoli a disposizione dell’ente o dell’azienda per favorire l’occupazione dei disabili, garantendo flessibilità nell’organizzazione, nella gestione delle attività lavorative e nella conciliazione vita-lavoro. Già dalla sua introduzione, con la l. 81/2017, il lavoro agile è stato infatti concepito come strumento in grado di rimuovere o mitigare ostacoli significativi, soprattutto per i più fragili che, in questo modo, possono superare barriere sia fisiche che geografiche. Il lavoro agile rappresenta uno strumento significativo per promuovere l’inclusione dei disabili nel contesto lavorativo contribuendo a garantire l’uguaglianza di opportunità. Dal confronto tra alcune esperienze regionali, sarà possibile individuare le disparità esistenti al fine di proporre strategie mirate all’adozione di politiche e pratiche a livello nazionale finalizzate a creare un ambiente lavorativo inclusivo, sostenibile e accessibile a tutti.

Fonte: Quaderni della Fondazione Brodolini, Itinerari di diritto e relazioni di lavoro



Pubblicato da:


Giulia Sberna

Avvocato esperto in diritto del lavoro e diritto civile