Pubblicazione legale:
La pubblicazione affronta un duplice aspetto del fenomeno "mobbing" (persecuzioni perpetrate nell'ambiente di lavoro, da colleghi o da superiori, finalizzato a costringere il lavoratore "debole" alle dimissioni), fenomeno certamente deprecabile e da arginare, effettuato in violazione delle norme costituzionali e civili di tutela e di sicurezza del lavoratore, in considerazione anche dell'estrema difficoltà, per ogni lavoratore, in tali casi, di offrire una prova certa e inconfutabile dei torti subiti, come sia il procedimento civile che penale impongono. La pubblicazione affronta, però, anche un aspetto meno conosciuto del fenomeno "mobbing" invocato, qualche volta, non da lavoratori perseguitati e discriminati, ma da lavoratori poco inclini al rispetto dei programmi di impresa in cui espletano la loro attività, e, precisamente ai programmi di profitto e di incremento della produzione, in quanto attaccati a rigide posizioni di rifiuto di modifica delle proprie attività pregresse, spesso assenti sul luogo di lavoro, non per motivi giustificati, ma per negligenza e disinteresse; in tali casi i richiami del datore di lavoro non sono finalizzati all'emarginazione del lavoratore ma al suo stimolo di impegno entro i limiti consentiti dalla morale e dal diritto. La pubblicazione quindi giunge alla considerazione dell'importanza di un attento distinguo dei casi di mobbing, rispetto ad altre fattispecie, meno meritevoli di tutela, che, comunque, si verificano sul posto di lavoro.
Fonte: Legalità e Giustizia