Laura Polimeno

Pubblicazione legale

La pubblicazione analizza la domanda di addebito nel giudizio di separazione giudiziale dal punto di vista processuale; in particolare aderisce all'orientamento minoritario della giurisprudenza di merito e di legittimità, secondo le quali la domanda di addebito andrebbe qualificata quale domanda "nuova" e quindi soggetta alla decadenza di cui agli artt. 165 e 166 cod. proc. civ.

Titolo professionale

Il corso mi ha preparata alla conoscenza delle tecniche di mediazione, giudiziale e stragiudiziale, da attuare come rimedio generale alla soluzione contenziosa delle problematiche, soprattutto familiari. Il corso si è attuato anche tramite la simulazione di situazioni concrete che possono verificarsi nelle vicende giudiziarie e nei conflitti civili; ciò è avvenuto alla presenza di una guida esperta nella soluzione delle questioni che, di volta in volta, si presentavano. E' stata affrontata anche un' interessante attività di introspezione individuale di ogni professionista coinvolto, onde individuare eventuali situazioni critiche all'interno del proprio vissuto che avrebbero potuto costituire un ostacolo all'attività di sereno mediatore all'interno di un conflitto.

Pubblicazione legale

La pubblicazione affronta la tematica importante delle clausole vessatorie e della loro disciplina nei contratti conclusi tra privati e Pubblica Amministrazione, laddove, quindi, il potere pubblico viene esercitato in ambito privato pur nell'attuazione di interessi pubblici che l'Amministrazione è, comunque, tenuta a rispettare, essendone fondamentale portavoce. Tale lavoro mira a sottolineare l'importanza della tutela del privato e del singolo nei confronti dell'organo pubblico, che, in simili contrattazioni e, soprattutto, in caso di clausole vessatorie contemplate nelle contratti civili conclusi, deve considerarsi privo del carattere di "supremazia" e autorevolezza che, in altri ambiti, governa l'agire amministrativo.

Pubblicazione legale

La pubblicazione affronta un duplice aspetto del fenomeno "mobbing" (persecuzioni perpetrate nell'ambiente di lavoro, da colleghi o da superiori, finalizzato a costringere il lavoratore "debole" alle dimissioni), fenomeno certamente deprecabile e da arginare, effettuato in violazione delle norme costituzionali e civili di tutela e di sicurezza del lavoratore, in considerazione anche dell'estrema difficoltà, per ogni lavoratore, in tali casi, di offrire una prova certa e inconfutabile dei torti subiti, come sia il procedimento civile che penale impongono. La pubblicazione affronta, però, anche un aspetto meno conosciuto del fenomeno "mobbing" invocato, qualche volta, non da lavoratori perseguitati e discriminati, ma da lavoratori poco inclini al rispetto dei programmi di impresa in cui espletano la loro attività, e, precisamente ai programmi di profitto e di incremento della produzione, in quanto attaccati a rigide posizioni di rifiuto di modifica delle proprie attività pregresse, spesso assenti sul luogo di lavoro, non per motivi giustificati, ma per negligenza e disinteresse; in tali casi i richiami del datore di lavoro non sono finalizzati all'emarginazione del lavoratore ma al suo stimolo di impegno entro i limiti consentiti dalla morale e dal diritto. La pubblicazione quindi giunge alla considerazione dell'importanza di un attento distinguo dei casi di mobbing, rispetto ad altre fattispecie, meno meritevoli di tutela, che, comunque, si verificano sul posto di lavoro.

Pubblicazione legale

La pubblicazione analizza il grave problema dei raggiri perpetrati, soprattutto attraverso la stampa e la diffusione online, nei confronti di categorie di persone definite "deboli" (in quanto, per esempio, affette da malattie e, quindi, propense, più di altre, a credere nell'efficacia di terapie "alternative" propinate da truffatori e non da medici specialisti, o, semplicemente, nei confronti di categorie di destinatari privi di sufficiente grado di cultura per comprendere, fino in fondo, il significato dei messaggi, pubblicitari o di vendita, diffusi). Il lavoro da me pubblicato sostiene che proprio il particolare mezzo adoperato per la diffusione dei messaggi pubblicitari e/o di vendita di prodotti, e la qualità particolare del destinatario di tali messaggi, impone una più estesa applicabilità della fattispecie contemplata dall'art. 1439 cc, nonchè degli artt. 640 e ss c.p., legittimando le azioni civili di annullamento del contratto e di risarcimento dei danni, ampliando i casi di ammissibilità delle costituzioni di parte civile nei procedimenti penali in favore dei soggetti vittime di tale genere di abusi, civili e penali, provenienti da autori scaltri e manipolatori.

Speaker ad evento

Il mio intervento è stato diretto a sottolineare la crescita esponenziale e preoccupante che il fenomeno del bullismo acquista soprattutto in ambito scolastico ed il duplice intervento che il Tribunale per i minorenni, investito di casi allarmanti di bullismo, deve effettuare sotto un duplice profilo: quello della vittima e quello dell'autore del fatto di prevaricazione, spesso, purtroppo, entrambi minorenni. Quindi, da un lato sussiste la necessità di garantire una tutela certa ed efficace alla vittima, proteggendola dal pericolo del reiterarsi di fatti di bullismo a suo danno, ma, dall'altro, altrettanto importante, sussiste anche l'urgenza di garantire un programma di intervento in favore dell'autore del bullismo, per prevenire, in modo costruttivo ed educativo, il reiterarsi di fatti di sopraffazione di minori a danno di altri minori. Ho evidenziato, infine, la lacuna normativa in materia di bullismo, atteso che non sussiste una legislazione specifica in materia se non riguardante esclusivamente il cyberbullismo. Quindi la decisione del caso concreto è rimessa, per lo più, al prudente apprezzamento del Giudice e/o all'applicazione analogica di casi simili e materie analoghe.