Per il mobbing occorre provare l’intento persecutorio

Scritto da: Lorenzo Zanotti - Il Sole 24 Ore - Norme e Tributi




Pubblicazione legale: Con la sentenza n. 21328/17 la Corte di cassazione torna a pronunciarsi in tema di mobbing, confermando il proprio costante orientamento secondo cui grava sul lavoratore l'onere di provare l'intento persecutorio del datore di lavoro. Nel caso in esame, il dipendente ha proposto ricorso nei confronti dell'Azienda Sanitaria Locale per la quale lavorava, lamentando di essere stato privato per oltre un decennio del suo ruolo di primario e isolato in un reparto fantasma. Nella prospettazione del ricorrente, lo svuotamento pressoché totale delle sue mansioni, oltre a costituire un grave demansionamento, avrebbe configurato una condotta mobbizzante produttiva di un danno biologico, con conseguente diritto alla tutela risarcitoria.

Fonte: Il Sole 24 Ore - Norme e Tributi - leggi l'articolo



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Lorenzo Zanotti

Avvocato esperto in diritto del lavoro




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