L'amministrazione di sostegno: uno strumento di protezione flessibile per le persone fragili

Scritto da: Luca Gentilini - Pubblicato su IUSTLAB




Pubblicazione legale:

L'amministrazione di sostegno, introdotta nel nostro ordinamento con la legge n. 6 del 2004, rappresenta una delle più significative innovazioni nel sistema di protezione delle persone fragili, configurandosi come un istituto moderno e flessibile che ha profondamente modificato il precedente assetto normativo incentrato principalmente su interdizione e inabilitazione.

La ratio dell'istituto è quella di tutelare, con la minore limitazione possibile della capacità di agire, le persone che si trovano nell'impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi a causa di una infermità ovvero di una menomazione fisica o psichica.

L'amministrazione di sostegno si caratterizza per la sua capacità di adattarsi alle specifiche esigenze del beneficiario, garantendo una protezione "su misura" che tiene conto delle concrete necessità della persona.

Il principio cardine che governa l'istituto è quello della massima salvaguardia possibile della capacità di autodeterminazione del beneficiario. Infatti, a differenza dell'interdizione che comporta una totale ablazione della capacità di agire, l'amministrazione di sostegno prevede limitazioni circoscritte a specifici atti, lasciando intatta la capacità della persona per tutto ciò che non è espressamente previsto nel decreto di nomina dell'amministratore.

L'amministratore di sostegno viene nominato dal Giudice Tutelare con un decreto che definisce:
- l'oggetto dell'incarico e gli atti che l'amministratore ha il potere di compiere in nome e per conto del beneficiario
- gli atti che il beneficiario può compiere solo con l'assistenza dell'amministratore
- i limiti, anche periodici, delle spese che l'amministratore può sostenere con utilizzo delle somme di cui il beneficiario ha o può avere la disponibilità
- la periodicità con cui l'amministratore deve riferire al giudice circa l'attività svolta e le condizioni di vita personale e sociale del beneficiario

La flessibilità dell'istituto si manifesta anche nella possibilità di modificare o integrare i poteri dell'amministratore in qualsiasi momento, adattandoli all'evoluzione delle condizioni del beneficiario. Questo aspetto dinamico rappresenta uno dei principali vantaggi rispetto agli istituti tradizionali dell'interdizione e dell'inabilitazione, caratterizzati da una maggiore rigidità.

La procedura per la nomina dell'amministratore di sostegno è caratterizzata da una notevole semplificazione rispetto ai procedimenti di interdizione e inabilitazione. Il ricorso può essere presentato dallo stesso beneficiario, dal coniuge, dalla persona stabilmente convivente, dai parenti entro il quarto grado, dagli affini entro il secondo grado, dal tutore, dal curatore, dal Pubblico Ministero o dai responsabili dei servizi sanitari e sociali direttamente impegnati nella cura e assistenza della persona.

L'amministratore di sostegno può essere scelto tra i familiari del beneficiario, ma anche tra persone esterne quando ciò risponda meglio all'interesse del soggetto fragile. La scelta deve tenere conto delle indicazioni eventualmente espresse dallo stesso beneficiario in un momento di piena capacità, valorizzando così il principio di autodeterminazione.

L'istituto ha trovato ampia applicazione nella prassi, dimostrandosi particolarmente efficace nella protezione di diverse categorie di soggetti fragili:
- anziani con ridotta autonomia
- persone con disabilità fisiche o psichiche
- soggetti con dipendenze
- persone con patologie degenerative
- individui temporaneamente impossibilitati a provvedere ai propri interessi

L'amministrazione di sostegno rappresenta inoltre uno strumento prezioso per la pianificazione del "dopo di noi", consentendo ai genitori di persone con disabilità di predisporre per tempo misure di protezione per i propri figli.

L'esperienza di questi anni ha dimostrato come l'amministrazione di sostegno abbia realizzato una vera e propria rivoluzione culturale nel modo di concepire la protezione dei soggetti deboli, passando da una logica di esclusione e segregazione a un approccio inclusivo e rispettoso della dignità della persona.

La sfida per il futuro è quella di rafforzare ulteriormente questo strumento, garantendo una sempre maggiore professionalizzazione degli amministratori di sostegno e una più efficace rete di supporto che coinvolga servizi sociali, sanitari e terzo settore. Solo attraverso un approccio integrato e multidisciplinare è infatti possibile realizzare pienamente le finalità di protezione e promozione della persona che l'istituto si prefigge.

In conclusione, l'amministrazione di sostegno rappresenta oggi lo strumento principale per la protezione delle persone fragili, capace di coniugare le esigenze di tutela con il rispetto dell'autonomia e della dignità del beneficiario. La sua flessibilità e adattabilità alle diverse situazioni ne fanno un modello di riferimento per un diritto che mette realmente al centro la persona e i suoi bisogni.

L'avv. Luca Gentilini è disponibile a ricoprire, su istanza dei propri clienti e successivo effettivo incarico giudiziale, l'incarico di amministratore di sostegno, avendo maturato una competenza specifica in questo ambito rispetto al quale segue periodicamente i corsi di aggiornamento professionale.

Articolo redatto con il supporto dell'AI.



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Luca Gentilini

Avvocato civilista e amministratore di condominio




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