Pubblicazione legale:
In seguito ad un sinistro stradale possono verificarsi conseguenze anche molto gravi come la morte di un proprio caro. Quale ristoro spetta ai prossimi congiunti ed agli eredi? La sentenza della Corte di Cassazione n. 11279/2020 precisa che "il danno da perdita della vita è diverso dal danno da perdita della salute". La vita, infatti, per le sue peculiarità è da considerarsi come un bene giuridico autonomo e quindi, non è nella disponibilità degli eredi chiedere alcun risarcimento iure hereditario. Ciò che, invece, può essere richiesto dagli eredi, è il risarcimento delle conseguenze dell'evento, sia di natura patrimoniale che non patrimoniale. In particolare, quanto a quest'ultimo, ci sono due dimesnioni di riferimento, quella morale attinente alla sofferenze patita a causa del lutto e quella esistenziale, legata al cambiamento in peggio delle proprie abitudini di vita, aspetto questo, sicuramente reclamabile dal prossimo congiunto. Potranno, quindi, verificarsi casi nei quali vi è un ristoro per le sofferenze morali ma nessun tipo di risarcimento per il danno esistenziale, giusitificato, ad esempio, dalla scarsa frequentazione con la vittima o dalla distanza tra le rispettive residenze, tali da far presumenre che non via sia alcuna effettiva alterazioni delle abitudini di vita dell'erede. Le valutazioni spettano al Giudice, il quale si basa spesso su "presunzioni" piuttosto consolidate che tengono conto di svariati fattori tra cui l'età della vittima e la presenza di altri componenti il nucleo familiare.