Pubblicazione legale:
La
Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 13175 del 14 maggio
2024, ha impresso una significativa evoluzione al tema della revoca
dell’assegno divorzile, stabilendo che la convivenza fisica e la
coabitazione non costituiscono più requisiti imprescindibili per
decretare la fine del diritto al contributo economico. Superando una
visione statica dei rapporti affettivi, i Giudici di Legittimità
hanno sancito che, nella società contemporanea, una relazione
stabile e un progetto di vita comune possono configurarsi anche in
forme diverse dal modello tradizionale, incluse le relazioni a
distanza.
Il caso
di specie trae origine dalla decisione della Corte d’Appello di
Genova che aveva ripristinato l’assegno in favore di un’ex moglie
sulla base del fatto che il nuovo partner risiedesse in Germania,
ritenendo tale distanza incompatibile con una vera famiglia di fatto.
Tuttavia, la Suprema Corte ha riformato tale orientamento, precisando
che il giudice non deve limitarsi a verificare la presenza di una
dimora comune, ma deve valutare nel loro complesso tutti gli elementi
che dimostrino un legame affettivo duraturo, in virtù del quale i
partner si siano spontaneamente assunti reciproci impegni di
assistenza morale e materiale. In questa prospettiva, l’assenza di
coabitazione non esclude "tout court" l’esistenza di una
relazione "more uxorio", qualora sussista una solidarietà
costante e un progetto di vita condiviso.
Tale
principio si fonda sul concetto di autoresponsabilità: la scelta di
intraprendere un nuovo percorso di vita familiare fa venir meno la
funzione assistenziale dell’assegno divorzile, che resta invece
dovuto solo nella sua eventuale componente compensativa, qualora l’ex
coniuge economicamente più debole non abbia mezzi adeguati a causa
dei sacrifici fatti durante il matrimonio. Per il coniuge obbligato
al versamento, questa apertura giurisprudenziale offre nuovi
strumenti di tutela. È possibile agire per la revisione delle
condizioni di divorzio non solo attraverso il ricorso in Tribunale,
ma anche avvalendosi della negoziazione assistita, procedura formale
che permette di raggiungere accordi stragiudiziali in tempi rapidi e
con costi ridotti. In ogni caso, la valutazione della stabilità
della nuova relazione andrà effettuata caso per caso, analizzando
gli elementi indiziari acquisiti al processo che testimonino la reale
sussistenza di un nuovo nucleo familiare di fatto, a prescindere
dalla distanza geografica tra i partner.