Pubblicazione legale:
Schiamazzi, musica ad alto volume, feste notturne, rumori fastidiosi
durante il riposo o le attività quotidiane: la convivenza con vicini
rumorosi può diventare una vera fonte di stress. In questi casi,
prima di ricorrere a soluzioni drastiche, è fondamentale tentare un
approccio pacifico. Il primo passo consigliato è infatti un
confronto diretto con il vicino, spiegando con educazione i disagi
subiti. In alternativa, si può inviare una lettera formale o una
diffida.
Se il dialogo non porta a
risultati, per chi vive in condominio è possibile rivolgersi
all’amministratore. Il regolamento condominiale, infatti, spesso
fissa specifici orari di silenzio e può rappresentare un valido
strumento di mediazione. In caso di mancata risoluzione anche in
questa sede, si può valutare la tutela civile, chiedendo
l'inibitoria dei rumori e, in alcuni casi, un risarcimento per i
danni subiti.
L’art. 844 del Codice Civile
stabilisce che sono vietate le immissioni rumorose che superano la
“normale tollerabilità”, un concetto che non ha un valore
assoluto ma va valutato caso per caso. Secondo la giurisprudenza, il
Giudice deve tener conto del contesto ambientale e della rumorosità
di fondo del luogo. Anche in assenza di perizie tecniche, il giudice
può basarsi su dichiarazioni, presunzioni e documenti per stabilire
se il disturbo è effettivamente intollerabile.
Importante anche la possibilità,
riconosciuta dalla Corte di Cassazione (ordinanza n. 21621/2021), di
ottenere un risarcimento per danni non patrimoniali anche senza una
prova tecnica o un danno biologico documentato. È sufficiente
dimostrare che le immissioni hanno inciso negativamente sulla qualità
della vita familiare e sulle abitudini quotidiane. Questo principio
si applica anche nei casi in cui la fonte del rumore sia stata
rimossa prima dell’accertamento giudiziario, come avvenuto in una
vicenda dove, nonostante l’assenza di rilievi fonometrici, i
giudici hanno riconosciuto 5.000 euro di risarcimento per ciascun
attore.
Sul piano penale, l’art. 659 del
Codice Penale sanziona il disturbo del riposo o delle occupazioni
causato da rumori idonei a disturbare un numero indeterminato di
persone. Non è necessario che tutti siano effettivamente disturbati:
basta che il rumore abbia il potenziale di compromettere la quiete
pubblica.
In conclusione, sebbene la strada
giudiziaria sia percorribile, è bene valutarla con attenzione. Non
tutti i rumori sono illeciti: occorre dimostrare che superano la
soglia della normale tollerabilità. E, soprattutto, prima di
rivolgersi a un giudice, è sempre preferibile tentare la via del
dialogo e della mediazione.