Conferenza:
Nel mio intervento del 26 giugno ho affrontato un tema spesso sottovalutato ma di estrema attualità per chi lavora nella sanità pubblica veterinaria: la responsabilità penale dell’Autorità competente e del suo personale.
Abbiamo chiarito cosa significa “responsabilità penale”: si parla di responsabilità penale quando una persona, con una condotta volontaria, causa un danno a un bene giuridico protetto dalla legge, e per questo può essere punita con sanzioni anche molto gravi.
Nel contesto veterinario, il personale delle ASL può rivestire ruoli diversi: pubblico ufficiale, incaricato di pubblico servizio, e in alcune situazioni anche ufficiale di polizia giudiziaria (UPG). Questo dipende non dal titolo, ma dalla funzione svolta in quel momento.
Ad esempio:
Se durante un’ispezione rilevo un maltrattamento animale e segnalo alla Procura, sto agendo da UPG.
Se rilascio una certificazione sanitaria o compio un controllo di routine, non sono UPG ma posso comunque avere responsabilità penali in caso di omissioni, errori o falsificazioni.
È importante sapere che anche l’errore o la disattenzione, se legati a negligenza o imperizia, possono avere conseguenze penali.
Tra i reati più comuni legati al nostro ambito troviamo:
omissione di atti d’ufficio,
falsità ideologica in atti pubblici,
mancata denuncia di reati,
uso improprio di beni pubblici,
corruzione.
Tutto questo ci ricorda che ogni atto, ogni verbale, ogni controllo può avere valore giuridico e, se gestito in modo scorretto, può esporre a conseguenze importanti.
In sintesi: essere “autorità competente” significa agire nel nome dello Stato, con responsabilità che non sono solo professionali ma anche penali. Conoscere il proprio ruolo, i limiti delle proprie funzioni e gli obblighi che ne derivano è il primo passo per tutelare sé stessi e il proprio lavoro.
Fonte: L'Autorità competente e organismi di controllo: ruoli, competenze e responsabilità