Pubblicazione legale:
Voglio condividere un bellissimo pensiero, anche se datato ma molto attuale, del Prof. Paolo Cendon:
"Il debole come uno di noi stessi:
quando malato, non dovrà soffrire, venire abbandonato, morire prima del tempo;
finchè piccolo va aiutato a crescere; se non capisce, peggio per gli altri.
Diritti sì, anche se non innumerevoli; un contratto bisogna sempre rispettarlo, chi non paga il dovuto sarà di regola responsabile; per chi ha l'Aids niente amori rischiosi.
Sostegni precisi comunque, le stanze messe in sequenza, un corpo solo.
Chi è in carrozzella non deve imbattersi in scalini; la famiglia di chi soffre andrà sempre tenuta in conto.
Se uno non parla bisogna capirlo. Sul posto di lavoro la dignotà di un fragile si raddoppia; i bulli dovranno risarcirlo: se è cieco o sordo la civiltà appartiene soprattutto a lui".
Ma la nostra Civiltà come sta............?
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