Mauro Remiddi

Informazioni generali

Lo Studio Legale Remiddi con sede in Roma e Velletri, si occupa di diritto del lavoro e della previdenza sociale, intervenendo a titolo di consulenza e assistenza - pro labor o datoriale - su questioni quali: procedimenti disciplinari, licenziamenti individuali e collettivi, accertamento della natura subordinata del rapporto, differenze retributive, diritto di sciopero, comportamenti antisindacali, demansionamento, precariato, contratto di lavoro a termine, lavoro a progetto, lavoro occasionale e accessorio, infortuni sul lavoro, salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, mobbing, Cig, Naspi, pensioni e contenzioso previdenziale.

Esperienza

Diritto del lavoro

Lo Studio si occupa con prevalenza di diritto del lavoro - sia "pro labor" che "per parte datoriale" - con comprovata esperienza ventennale - nell'ambito più generale del diritto del lavoro, con possibilità di verificare all'interno dello Studio - per mezzo dei maggiori software oggi a disposizione - la correttezza delle buste paga e della disciplina normativa e retributiva del CCNL applicato. Lo Studio interviene, anche in via preventiva e stragiudiziale o in via amministrativa, sia nei confronti de avanti alle competenti sedi dell'Ispettorato del Lavoro e dell'INPS per prevenire la conflittualità sulle posizioni più compromesse.

Licenziamento

Comprovata esperienza da oltre venti anni in materia di licenziamenti disciplinari o per giustificato motivo oggettivo, licenziamenti collettivi, ed in genere per le altre fattispecie di cessazione del rapporto lavorativo anche in riferimento alla gestione degli esuberi del personale e trasferimenti d'azienda.

Altre categorie

Mobbing, Sicurezza ed infortuni sul lavoro, Previdenza, Diritto sindacale, Arbitrato, Mediazione, Negoziazione assistita, Domiciliazioni e sostituzioni, Risarcimento danni.

Credenziali

Pubblicazione legale

LICENZIAMENTO G.M.O. - rifiuto della trasformazione da part-time in full-time

Pubblicato su IUSTLAB

FATTISPECIE Una dipendente in part-time orizzontale a 20 ore settimanali con qualifica di impiegata amministrativa di 2° livello CCNL terziario rifiuta la proposta della parte datoriale di trasformare il rapporto di lavoro da part-time a full time e, dopo aver istruito il neoassunto (full time), è stata licenziata per soppressione della posizione lavorativa . DIRITTO Il rifiuto della trasformazione del rapporto di lavoro part time giustifica il licenziamento quando sia provata l'impossibilità di utilizzo della prestazione a tempo parziale. Il licenziamento non deve essere intimato a causa del (solo) rifiuto ma a causa della impossibilità di utilizzo della prestazione a tempo parziale e del rifiuto di trasformazione del rapporto in full time . Cass. ordinanza n. 29337/2023

Pubblicazione legale

LICENZIAMENTO per GIUSTA CAUSA : comportamento scortese nei confronti di una cliente - insussistenza del fatto per mancata rilevanza disciplinare - reintegra - Job Act

Pubblicato su IUSTLAB

Fatto: Una dipendente si è rivolta in modo scortese nei confronti di una cliente che, mentre era intenta in una conversazione telefonica, si era introdotta nell'esercizio commerciale dopo l'orario di chiusura approfittando dell'apertura delle porte per l'uscita di altri clienti, noncurante delle segnalazioni circa l'avvenuta chiusura del punto vendita Diritto: La condotta “pur esistente nella sua materialità” non presenta profili di illiceità, offensività o antigiuridicità tale e necessaria da rendere apprezzabile la rilevanza disciplinare, con applicazione della tutela reintegratoria attenuata in regime di Job Act (N.B.: nella fattispecie, in istruttoria, non sarebbero tuttavia emerse “modalità ingiustificatamente scortesi e gratuitamente offensive” ) Cass. ordinanza n. 30469, del 2 novembre 2023

Pubblicazione legale

La Corte delle leggi smonta un altro pezzo del Job Act

Pubblicato su IUSTLAB

Si direbbe in una " direzione ostinata e contraria ", nell'attesa dell'intervento del Legislatore, già avvisato, la Corte delle leggi continua a "smantellare" i pezzi del Job Act . Questa volta tocca all'avverbio " espressamente " limitativo della portata dell'art. 2, 1° co. D.Lgs n. 23/15. Il diritto alla reintegrazione torna quindi, in questo ambito, a sanzionare "tutti" i licenziamenti nulli, anche quando la nullità non sia "espressamente" prevista.