Espropriazione per pubblica utilità per la realizzazione dell’alta velocità nel sud Italia. Tutela del cittadino tra strumenti stragiudiziali e giudiziali.

Scritto da: Nicoletta Genovese - Pubblicato su IUSTLAB




Pubblicazione legale:

L'esproprio per pubblica utilità rappresenta uno strumento attraverso il quale la pubblica amministrazione (PA) acquisisce, in modo coattivo-autoritativo, la proprietà di beni per realizzare opere di interesse pubbliche, quali infrastrutture strategiche come l’alta velocità ferroviaria. Nel contesto del Sud Italia, dove si registra un forte ritardo infrastrutturale rispetto al resto del Paese, la realizzazione di linee ferroviarie ad alta velocità assume una valenza cruciale per lo sviluppo economico e sociale del territorio. Tuttavia l’esproprio, solleva questioni rilevanti in termini paesaggistici e di tutela dei diritti dei cittadini, tanto sul piano amministrativo quanto su quello giudiziario.

1. Quadro normativo sull’esproprio per pubblica utilità

Per un corretto inquadramento della questione è necessario soffermarsi sul quadro normativo di riferimento.

Il procedimento espropriativo in Italia è regolato dal DPR n 327 del 8 giugno 2021 (Testo unico sugli Espropri). Tale normativa prescrive, tra le altre, le modalità procedurali per dichiarare la pubblica utilità di un’opera, determinare l’indennità espropriativa e individua gli strumenti volti a garantire la tutela del cittadino.

Innanzitutto per la dichiarazione di pubblica utilità è necessario che l’opera sia previsto un atto di programmazione pubblica, come un piano urbanistico o un progetto approvato da un’autorità competente.

Nel caso dell’alta velocità ferroviaria, la pubblica utilità deriva dal riconoscimento dell’opera come intervento strategico di interesse nazionale, ai sensi del codice degli appalti DLGS 50/216, e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilenza ( PNRR), che destina i fondi specifici alla modernizzazione infrastrutturale del mezzogiorno.

2. Fasi del procedimento espropriativo

Il procedimento espropriativo si articola in diverse fasi che sono dettagliatamente individuate dalla legge citata:

a) Dichiarazione di pubblica utilità. È l’atto fondamentale che legittima l’esproprio e delimita l’area interessata;

b) Determinazione dell’indennità. L’indennità espropriativa deve garantire un giusto ristoro al proprietario, ai sensi dell’articolo 42 della costituzione e viene calcolata tenendo conto del valore venale del bene e di eventuali maggiorazioni;

c) Emanazione del decreto di esproprio, è l’atto mediante il quale si trasferisce il bene alla p.a.


3. Strumenti di tutela del cittadino stragiudiziali

La normativa prevede alcuni strumenti stragiudiziali a disposizione del cittadino per contestare o negoziare i termini dell’esproprio, nel rispetto del principio secondo il quale la partecipazione del proprietario deve essere garantito in tutte le diverse fasi del procedimento. Tra i rimedi stragiudiziali si annoverano:

a) Osservazioni preliminari. Durante la fase di adozione della dichiarazione di pubblica utilità, i proprietari possono presentare osservazioni o opposizioni, soprattutto per dimostrare che il bene non è indispensabili per la realizzazione dell’opera e che esistono alternative progettuali meno impattanti;

b) Accordi bonari: la normativa incentiva soluzioni consensuali tra la Pubblica amministrazione e i proprietari soprattutto nella fase di determinazione dell’indennità. Gli accordi bonari consentono di evitare conflitti e accelerare i tempi;

c) Istanza di revisione dell’indennità: se il proprietario non accetta l’indennità proposta, può richiedere una revisione tramite una commissione provinciale o un perito nominato dalla P.A.;

4. strumenti di tutela del cittadino giudiziali

Se la tutela stragiudiziale non permette di ottenere una risoluzione soddisfacente, il cittadino può ricorrere al giudice per ottenere il riconoscimento dei propri diritti, tra questi si annoverano: ricorsi e impugnazioni:

a) Ricorso al TAR: il cittadino può impugnare la dichiarazione di pubblica utilità o il decreto di esproprio dinnanzi al Tribunale Amministrativo. Le principali motivazioni di impugnazione riguardano vizi procedurali, carenza di motivazione, mancata valutazione delle osservazioni presentate;

b) Opposizione alla stima dell’indennità. La contestazione dell’indennità può essere presentata dinnanzi alla Corte d’Appello competente nel cui distretto si trova il bene espropriato , in funzione di giudice ordinario. Il cittadino può richiedere in altri termini, un riesame del calcolo effettuato, soprattutto se si ritiene che il valore del bene non sia stato adeguatamente considerato, entro il termine perentorio di 30 giorni dalla notifica del decreto  di  esproprio  o dalla notifica della stima peritale, se quest'ultima  sia  successiva al decreto di esproprio. Il termine è di  sessanta  giorni  se  il ricorrente risiede all'estero.

c) Azione risarcitoria. In caso di esproprio illegittimo o ritardi nell’erogazione dell’indennità il proprietario può chiedere un risarcimento dei danni subiti.


5. Criticità nell’esproprio per l’alta velocità nel sud Italia

Nel contesto specifico del sud Italia, l’esproprio per l’alta velocità, a mio modesto parere, incontra ulteriori complessità:

a) Conflitti sociali e ambientali: le comunità locali spesso si oppongono agli espropri, percepiti come invasivi e non rispettosi del tessuto socio-economico del territorio. Alla perdita subita a seguito dell’espropriò non corrisponde per il cittadino espropriato un vantaggio equivalente alla perdita subita, e forse non corrisponde un vantaggio neppure per l’intera comunità! Con una netta sproporzione in termini di costi-benefici;

b) Disparità di trattamento: si registrano differenze significative nella valutazione delle indennità espropriative rispetto al valore effettivo del bene, che possono penalizzare i proprietari.


6. Conclusioni

L’esproprio per pubblica utilità finalizzata alla realizzazione dell’alta velocità nel Sud Italia rappresenta una sfida cruciale per il bilanciamento di due interessi contrapposti: interesse pubblico e tutela dei cittadini. Mentre gli strumenti stragiudiziali offrono la possibilità di negoziazione e partecipazione, la tutela giudiziale costituisce un presidio fondamentale per garantire che il procedimento espropriativo rispetti i principi di legalità, e soprattutto giusto ristoro, e al contempo permettere, in ultimo ma non per importanza, anche una tutela del territorio.






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Avvocato Nicoletta Genovese a Rivello
Nicoletta Genovese

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