Sentenza giudiziaria:
I ricorrenti chiedono che venga dichiarato il loro status di cittadini italiani in virtù della discendenza in via materna da avo cittadino italiano emigrato in Brasile nel 1862 il quale aveva trasmesso la cittadinanza ai propri discendenti. Il Ministero resistente si costituisce sollevando una serie di eccezioni ed opponendosi all’accoglimento della domanda, in particolare, richiamando recente giurisprudenza della Corte di Appello di Roma, sostiene che devono considerarsi cittadini brasiliani coloro che si trovano su suolo brasiliano nell’anno 1889 (data del decreto di c.d. grande naturalizzazione) ed altresì che, a prescindere dall’avvenuta naturalizzazione dell’avo, deve considerarsi cittadino brasiliano, iure soli, chiunque sia nato in Brasile prima della data del 1912, essendosi così interrotta nella specie la linea di trasmissione della cittadinanza iure sanguinis. La domanda è stata accolta totalmente in quanto la linea di discendenza riportata in ricorso trova riscontro nella documentazione versata in atti, debitamente tradotta e apostillata. In essa risulta che l’avo italiano non era stato naturalizzato cittadino brasiliano e, pertanto, non aveva mai perso la cittadinanza italiana. Inoltre in forza della efficacia delle pronunce di incostituzionalità dalla data di entrata in vigore della nuova Costituzione, la titolarità della cittadinanza italiana deve ritenersi riconosciuta anche ai figli di madre cittadina.