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Molti anni sono passati da quando il legislatore con la legge n.547 del 23 Dicembre 1993 ha modificato ed integrato per la
prima volta il codice penale ed il codice di procedura penale in tema di criminalità informatica.
Da allora, enorme è stato l'impatto della information and communication technology sul diritto penale, facendo emergere nuovi comportamenti meritevoli di sanzione penale e nuovi interessi meritevoli di protezione giuridica (anche penale), che
sono stati oggetto non solo di interventi del legislatore nazionale e di norme internazionali ed europee, ma anche di aggiornate
interpretazioni giurisprudenziali. Alla luce dell'evoluzione dell'informatica e della telematica
devono essere ripensate, da un lato, le regole di imputazione della responsabilità, le nozioni di teoria del reato, con la
ridefinizione dei concetti di azione, causalità, di evento, di dolo e di colpa, di concorso di persone nel reato, ed i criteri di
individuazione delle persone responsabili; e dall'altro, le regole processuali, in particolare quelle relative al tempus e al locus
commissi delicti e quelle di ricerca, validità ed utilizzabilità delle prove informatiche.
La creazione del world wide web e di un cyber spazio doveinteragiscono singoli e gruppi ha ampliato notevolmente la
configurabilità dei reati informatici, che non sono più soltanto quelli pensati dal legislatore del 1993, ma altresì quelli che possono realizzarsi con modalità di condotta ed effetti che coinvolgono le tecnologie dell'informazione e della comunicazione.