Pubblicazione legale:
Palese l’intimidazione esercitata sulla vittima, ragionevolmente persuasa dell’utilizzo del bastone ai suoi danni se la pretesa economica non fosse stata soddisfatta
Chiede denaro a un prete e mostra di avere con sé un bastone: condannato per rapina. Irrilevante il fatto che il bastone non fu utilizzato. Palese, comunque, l’intimidazione esercitata sul sacerdote. I giudici chiariscono che per parlare di rapina è sufficiente chiedere denaro con insistenza a una persona e, al contempo, mostrare di avere chiaramente in mano un oggetto idoneo a intimidire e a procurare lesioni alla vittima del latrocinio. Proprio ragionando in questa ottica, è stata ritenuta legittima la condanna di un uomo che ha costretto un sacerdote a dargli soldi, dando maggiore forza alla propria richiesta di denaro presentandosi con un bastone in mano. Su questo fronte i giudici sono chiari: l’uomo pretese una somma di denaro dal sacerdote e fece la sua richiesta armato di bastone, oggetto che certamente costituisce un’arma, ancorché impropria, in quanto idonea ad offendere. Assolutamente irrilevante il fatto che l’arma non fu adoperata. Ciò anche perché non si può ignorare l’intimidazione esercitata sul prete, ragionevolmente persuaso dell’utilizzo del bastone ai suoi danni se la pretesa economica non fosse stata soddisfatta. (Sentenza 28718 del 21 luglio 2022 della Corte di Cassazione)