Pubblicazione legale:
Impossibile, però, secondo i giudici, parlare di maltrattamenti. Riconosciuto solo l’abuso dei mezzi di correzione
Urla in classe e bambini tenuti con la testa schiacciata sul banco: maestra condanna per abuso dei mezzi di correzione. A inchiodare l’insegnante sono una testimonianza e alcune intercettazioni audiovisive: ciò ha reso palese la condotta aggressiva da lei tenuta in classe. Inequivocabili, poi, i disagi manifestati da un piccolo alunno. A legittimare la condanna della maestra sono non solo i comportamenti aggressivi da lei tenuti in classe, ma le conseguenze provocate, con particolare riferimento ad alcuni disturbi del comportamento riscontrati in un piccolo allievo, destinato, assieme ai suoi genitori, ad ottenere un ristoro economico dall’insegnante. Per i giudici, però, va riconosciuto solo il reato di abuso dei mezzi di correzione, e non quello più grave di maltrattamenti in famiglia. Inequivocabili i metodi adottati in classe dalla maestra nell’interfacciarsi con i propri alunni, ossia gesti violenti, come strattoni, spinte o lo schiacciamento della testa sul banco, oltre che urla ed espressioni a volte anche offensive. Palese, poi, anche il pericolo per la salute degli scolari: non a caso, un piccolo allievo ha manifestato disturbi del comportamento, quali pianto continuo, incubi notturni e problemi di enuresi a causa dei comportamenti aggressivi tenuti in classe dalla maestra. (Sentenza 29661 del 25 luglio 2022 della Corte di Cassazione)