Pubblicazione legale:
Con due provvedimenti ravvicinati la Suprema Corte si è occupata di responsabilità dei medici e delle strutture sanitarie per non aver “portato a compimento” l’interruzione di gravidanza programmata dai genitori ed ha riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni con la prima ordinanza (Corte di Cassazione, sez. III Civile, ordinanza n. 2070/18, depositata il 29 gennaio 2018 in favore della madre e con la seconda (Corte di Cassazione, sez. III Civile, ordinanza n. 2075/18, depositata il 5 febbraio 2018) in favore del padre.
Fonte: Studio Legale Perrotta - leggi l'articolo