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Acquistare merce in internet: non sempre un buon affare!
Pubblicato su IUSTLAB
E' ormai consuetudine per la
maggior parte di noi acquistare in internet su siti di vendita online più o
meno specializzati, più o meno conosciuti, più o meno affidabili. E' possibile
acquistare qualsiasi genere di cosa: dagli alimentari, ai giocattoli, dai
libri, alle cucine, dai telefonini, alle lavatrici fino alle barche! Ora,
questa diffusione esponenziale di modo di acquisto che permette di farsi
spedire qualsiasi cosa da Hong Kong o dal profondo Sud dell'Argentina in tempi
rapidissimi, nasconde a volte delle insidie ai quali bisogna necessariamente
fare attenzione per non ritrovarsi in situazioni incresciose, quali l'aver
acquistato il "classico acquisto del pacco" cioè l'oggetto che poi
non verrà mai consegnato, o, nella peggiore delle ipotesi, nel registro degli
indagati per il delitto di ricettazione. Mi spiego meglio. Esistono vere e
proprie organizzazioni criminali che utilizzano internet per vendere prodotti
rubati od ottenuti fraudolentemente. Illustro con un esempio banale quanto sto
per descrivere. Alcuni giorni fa, proprio nel periodo ferragostano, ho
assistito un giovanissimo cliente che per propria sfortuna aveva acquistato da internet
l'ultimo costosissimo modello di telefono di una nota marca. Bene. Tutto
regolare. Il ragazzo, che per comodità e riservatezza chiameremo Mario, ha
acquistato su un sito specializzato e conosciuto a livello mondiale per la
vendita di qualsiasi tipologia di prodotti. Mario ha pagato il proprio telefono
con carta di credito prepagata e dopo solo 48 ore gli è stata consegnata la
merce presso la propria abitazione. Fin qui nulla di male. Sennonché, dopo solo
alcuni giorni dall'attivazione del telefono e dall'utilizzo dello stesso, ha
ricevuto la visita dei carabinieri della vicina stazione che lo hanno invitato
a seguirlo in caserma, gli è stato quindi sequestrato il telefonino in quanto
oggetto proveniente da furto ed il poveretto è stato (erroneamente e vi
chiarirò più in seguito le ragioni dell'errore) indagato per il reato di ricettazione.
Ora, si potrà pensare che tali situazioni possano accadere solamente ad un
ragazzo molto giovane ed inesperto, ma le cose non stanno evidentemente così,
perché internet è disseminato di trappole che possono essere "fatali"
anche per l'occhio più esperto. Detto ciò è importante sapere due concetti
fondamentali prima di acquistare qualsiasi cosa online. La prima, verificare
che chi vende sia un soggetto serio, affidabile, conosciuto. Una cosa è
acquistare su Ebay, sito internet specializzato e famoso nel mondo, ma Ebay è
il veicolo della vendita e non è certamente responsabile di chi lo utilizza per
vendere i propri prodotti. Mediante Ebay, infatti, tutti noi possiamo vendere
qualsiasi cosa. Quindi un conto è comprare da un sito, da un soggetto che
garantisce con la comprovata professionalità i prodotti che
"direttamente" pone in vendita, come ad esempio Amazon, un conto è
comprare sul sito Ebay il telefonino messo in vendita da "Pinco
Pallo" di cui nulla si sa. Chiarito
questo semplice e banalissimo concetto, è necessario poi verificare che il
prezzo di acquisto di quel particolare prodotto non si discosti in modo
esageratamente al ribasso rispetto al prezzo ufficiale proposto al pubblico dal
produttore. Tornando di nuovo al caso citato in precedenza, Mario avrebbe
dovuto quanto meno insospettirsi e chiedersi perché un telefono di ultima
generazione, che viene proposto alla "modica" cifra di quasi ottocento
euro venisse venduto da Pinco Pallo, nuovo ed imballato, a meno della metà del
prezzo ufficiale…Questo avrebbe quanto meno dovuto far scattare a Mario un
campanello di allarme. Quindi, dopo questa brevissima panoramica del come
comportarsi per acquistare in sicurezza in internet, veniamo ad affrontare la
differenza tra il delitto di " ricettazione"
previsto dall'art. 648 del codice penale ed il ben più mite reato di cui
all'art.712 del codice penale, denominato " acquisto di cose di sospetta provenienza ". Si risponderà del reato di ricettazione, ovvero della contravvenzione di
cui all'art.712 c.p., a seconda dello stato d'animo che si assume, al momento
dell'acquisto del bene. Mi spiego. Se si acquista la merce, ignari della
provenienza illecita, ossia colposamente, si risponderà ai sensi dell'art. 712
c.p. Se, invece, si acquista con la piena consapevolezza dell'illecita
provenienza del bene, ossia con dolo, si risponderà per il più grave delitto
di ricettazione per il quale è prevista
la reclusione da due a otto anni e la multa da 516 euro a 10.329 euro. La
pena e' della reclusione sino a sei anni e della multa sino a 516 euro, se il
fatto e' di particolare tenuita'" Il reato di ricettazione, pertanto,
si caratterizza dal fatto che chi acquista è ben consapevole della
provenienza delittuosa del bene . Ciò non significa che l'acquirente
conosca nel dettaglio gli autori e le modalità del reato presupposto, ma è sufficiente
la semplice cognizione dell’origine illecita del prodotto, quale essa sia.
Invece, il reato contravvenzionale del cosiddetto " incauto acquisto ", sanzionato con " l’arresto fino a 6 mesi o l’ammenda non inferiore a 10 euro" ,
ricalca in realtà la medesima condotta
di acquisto o ricezione prevista per il reato di ricettazione, ma la
particolarità, in questo caso, è rappresentata dal mancato
accertamento della legittimità dell' origine del bene compravenduto . E' noto, infatti, che la configurazione
del reato di ricettazione pretende la consapevolezza dell’origine dei beni acquistati . Di conseguenza la fattispecie di cui
all'art. 712 c.p. rimprovera solamente il mancato riscontro del sospetto, ossia
incrimina la negligenza del soggetto che non ha accertato, prima dell'acquisto,
la provenienza illecita del bene. In conclusione, tornando al
"nostro" Mario, dopo questa seppur minima e succinta
spiegazione, potremo affermare senza
alcun dubbio che egli risponderà per il reato di " acquisto di cose di sospetta provenienza ".