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Avvocato Alida Manfredi a Cuneo

Alida Manfredi

Avvocato familiarista e divorzista

Informazioni generali

In 30 anni d' attività l' avvocato Alida Manfredi ha maturato particolare esperienza nel settore del diritto di famiglia: separazioni, divorzi, convivenze e coppie di fatto, diritto agli alimenti ed al mantenimento, testamenti ed eredità, affido condiviso ed esclusivo di minori, interdizioni, tutele, amministrazioni di sostegno, divisioni immobiliari, stalking e maltrattamenti in famiglia. Referente AIAF, Associazione Italiana Avvocati per la Famiglia ed i Minori, presso il Tribunale di Cuneo, fa parte anche del Consiglio Direttivo Regionale dell' Associazione Opera direttamente presso i Tribunali di Cuneo, Asti e Torino.

Esperienza


Diritto di famiglia

Esperienza trentennale maturata nel settore, dove la delicatezza degli interessi in gioco impone di cercare, sin da subito, soluzioni condivise e consensuali per risolvere le crisi della famiglia. È Mediatore civile accreditato presso il Ministero della Giustizia e si avvale anche dell' Istituto della Negoziazione Assistita con l' obiettivo di aiutare le parti a trovare accordi soddisfacenti, nel rispetto dei diritti delle persone e dei minori in particolar modo.


Separazione

Esperienza, maturata in 30 anni d' attività professionale, competenza e servizio orientato al problem solving. Questi gli aspetti salienti che contraddistinguono l' attività professionale dell' avvocato Alida Manfredi. Unitamente all' aggiornamento continuo sulle novità legislative e giurisprudenziali. Con uno sguardo sempre rivolto alla salvaguardia dei diritti delle persone e dei minori in particolare.


Eredità e successioni

Esperienza, competenza, celerità ed economicità del servizio, volto al problem solving. Le questioni ereditarie e successorie coinvolgono le relazioni familiari più strette. Trovare un buon accordo, che contemperi le aspettative ed i diritti delle parti, non è solo la soluzione più veloce ed economica, ma anche quella preferibile sul piano delle relazioni. Nello svolgimento del suo ruolo professionale l'avvocato Alida Manfredi aiuta le parti a sperimentare la via conciliativa, e solo in caso di fallimento di questa, le assiste in giudizio.


Altre categorie

Unioni civili, Divorzio, Matrimonio, Affidamento, Diritto civile, Tutela dei minori, Incapacità giuridica, Licenziamento, Incidenti stradali, Mediazione, Recupero crediti, Mobbing, Locazioni, Diritto del lavoro, Sfratto, Malasanità e responsabilità medica, Diritto dello sport, Negoziazione assistita, Diritto immobiliare, Risarcimento danni, Adozione, Diritto bancario e finanziario, Diritto assicurativo, Contratti, Sicurezza ed infortuni sul lavoro, Diritto sindacale, Stalking e molestie, Discriminazione, Diritto dei trasporti terrestri, Multe e contravvenzioni, Diritto agrario, Diritto del turismo, Arbitrato.



Credenziali

Caso legale seguito

Riforma del rito per separazione e divorzio

Gennaio 2023

Prospettive ed applicazioni pratiche della riforma della procedura giudiziaria in materia di diritto di famiglia

Pubblicazione legale

La Cassazione: niente assegno di mantenimento all’ex moglie divorziata che non cerca un lavoro

Pubblicato su IUSTLAB

La Suprema Corte dà ragione a un quarantaseienne di Torino che non voleva versare più gli alimenti all’ex coniuge inattiva e con un nuovo compagno L’ex moglie divorziata si rifiuta di cercare un lavoro, anzi mostra un “atteggiamento particolarmenterinunciatario” nonostante sia ancora giovane e in buona salute: per la Cassazione non ha più diritto all’assegno di mantenimento. Per ottenerlo, infatti, deve almeno dimostrare di essersi impegnata nel cercare un impiego. La donna, invece, ha incassato per anni l’assegno dall’ex marito, un quarantaseienne di Torino che però non era più disposto a continuare a versarle il denaro, vista la rinuncia di lei a rendersi indipendente. Ora la Suprema Corte, con l’ordinanza numero 2653/2021, ha stabilito un importante precedente che non mancherà di esere applicato in altri casi analoghi. Già nel novembre scorso la Cassazione aveva messo nero su bianco un altro punto fermo: gli alimenti non sono più dovuti dal marito all’ex coniuge non appena lei inizia una relazione stabile e duratura, anche se non basata sulla convivenza. Un pronunciamento, quello degli ermellini, che è stato subito ribattezzato “legge salvamariti”. Già i giudici di secondo grado avevano dato torto all’ex moglie che non voleva cercare lavoro, sottolineando che, in questo caso, il mantenimento non era giustificato. La donna, tuttavia, aveva deciso di impugnare la sentenza in Cassazione, sottolineando che non era stato tenuto conto del tenore di vita ai tempi del matrimonio. L’ex moglie sosteneva anche che il fatto di non avere lavorato per più di vent’anni l’avesse messa praticamente fuori mercato: sosteneva di essere stata ritenuta, in Appello, solo “astrattamente idonea a svolgere attività lavorativa”, senza esempi concreti e senza tenere conto delle difficoltà che avrebbe incontrato se si fosse effettivamente messa alla ricerca di qualsiasi occupazione. Gli ermellini, però, le hanno dato torto su tutta la linea, sottolineando in particolare il suo “atteggiamento particolarmenterinunciatario”. Per prima cosa hanno specificato che quando era sposata non viveva nel lusso. La Corte ha poi tenuto conto dell’età – “di soli 46 anni, quindi non particolarmente avanzata” -, delle buone condizioni di salute della donna e dell’assenza di impedimenti alla ricerca di un impiego. D’altronde, sottolineano i magistrati, la signora potrebbe tornare a “lavorare come addetta alle pulizie”, come aveva fatto saltuariamente in passato. A convincere i giudici ad annullare l’assegno, anche il fatto che la donna avrebbe da tempo una nuova relazione stabile, tenuta nascosta e che lei alla fine aveva ammesso giustificandola però come una “relazione amicale”. È toccato a lei anche pagare le spese processuali: 1.500 euro. Avv. Alida Manfredi

Pubblicazione legale

La mancata richiesta di assegno di mantenimento nel giudizio di separazione non è pregiudizievole in sede di divorzio

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Non è infrequente che, per i motivi più vari, in sede di separazione il coniuge “debole” si astenga dal chiedere, a carico del coniuge “forte”, un contributo al proprio mantenimento (il cosiddetto “assegno di separazione” o “di mantenimento”). Ebbene, molti si chiedono se tale scelta sia definitiva ed irrimediabilmente pregiudizievole dei propri diritti. In particolare, la domanda che in questi casi viene rivolta con maggiore frequenza ad un avvocato è la seguente: se avevo rinunciato a chiedere “l’assegno di separazione”, in occasione del divorzio, posso ancora chiedere un assegno? Anche se la situazione economica non è mutata? La risposta è positiva. E questo in virtù dell’indipendenza dei giudizi, quello di separazione e quello di divorzio. Essendo, infatti, due fasi che portano alla conclusione di un rapporto coniugale ma autonome e distinte, le richieste avanzate (od omesse) nella prima, non influiscono sulla seconda. Nei medesimi termini si è espressa anche, con estrema (e rara) chiarezza, la Suprema Corte di Cassazione, con la recentissima sentenza n. 2480 del 29.01.2019: “la mancata richiesta di assegno di mantenimento in sede di separazione non preclude di certo il suo riconoscimento in sede divorzile”. La sopracitata sentenza contribuisce a far luce su una situazione d’incertezza che portava a soluzioni giudiziali discordanti nei diversi Tribunali italiani, offrendo, a quanti si trovino nella fase del fine-matrimonio, un autorevole contributo al principio giuridico – tanto fondamentale, quanto spesso disatteso -: quello della certezza del diritto. E soprattutto, rassicura quanti hanno, in sede di separazione, operato la scelta di astenersi dal chiedere all’ altro coniuge un contributo al mantenimento; scelta della quale si sono, poi, pentiti. In conclusione: è possibile cambiare idea. Avv. Alida Manfredi

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Lo studio

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