Sentenza giudiziaria:
Ho difeso con successo un ragazzo di appena vent'anni, accusato di maltrattamenti. Il capo d'imputazione recitava testualmente: " del reato di cui agli artt. 572 - 61 c. 1 n11 quinquies c.p., perché maltrattava i famigliari conviventi XXX (padre) YYY (madre) ZZZ (fratello minorenne), e ciò ponendo in essere nei loro confronti una pluralità di comportamenti umilianti e vessatori, ed in particolare ingaggiando con i genitori continui litigi per motivi futili e sempre connessi all'uso smodato di sostanze stupefacenti nel corso dei quali li insultava quotidianamente, rompeva oggetti e suppelletili di casa, li minacciava reiteratamente di morte e li aggrediva anche fisicamente".
A seguito dell'istruttoria dibattimentale, dove ho avuto modo di porre domande ai genitori, ai vicini e agli operanti intervenuti in occasione dell'arresto del cliente, sono riuscito a dimostrare come, in realtà, si trattasse di un rapporto estremamente conflittuale tra i soggetti coinvolti, connotato da aggressioni e violenze reciproche, in cui non vi era un soggetto dominante e uno passivo, ma i ruoli erano rivestiti a seconda delle occasioni dall'uno o dall'altro. Pertanto, il Giudice ha assolto il giovane perché il fatto non sussiste.