Il vaglio d'inammissibilità dei ricorsi per cassazione

Scritto da: Andrea Scella - Giappichelli, Torino, 2006.




Pubblicazione legale: Sono evidenti le ragioni per le quali va senz'altro condivisa la scena d'istituire un organo chiamato a rendere possibile una definizione delle impugnazioni male proposte: data la necessità di fronteggiare un numero di ricorsi sempre più alto, è bene che la nostra Cassazione, al pari di ogni altra Corte suprema, si veda riconosciute adeguate chances di "autodifesa". È innegabile che l'attività della sezione-filtro ha contribuito a restituire efficienza al funzionamento del supremo collegio: lo si comprende non appena si osserva che nel settore penale i tempi medi di durata dei giudizi di cassazione sono divenuti inferiori a quelli propri del settore civile. Ma è appunto la produttività della VII sezione a far temere che nel procedimento volto all'accertamento preliminare dell'inammissibilità dei ricorsi non vi sia spazio né per un'effettiva tutela del diritto al contraddittorio né per un congruo esame dell'atto d'impugnazione. Di qui l'interesse per un'analisi che aiuti a capire sino a quale punto sia possibile comprimere le garanzie processuali in vista del buon funzionamento di un meccanismo ideato per sgravare la Cassazione della mole dei ricorsi inammissibili, a tutto vantaggio di una migliore trattazione dei ricorsi davvero meritevoli di esame.

Fonte: Giappichelli, Torino, 2006.



Pubblicato da:


Andrea Scella

Avvocato penalista, patrocinante dinnanzi alle giurisdizioni superiori




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