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Avvocato Carmine Donato Alianelli a Matera

Carmine Donato Alianelli

Avvocato a Matera

Informazioni generali

L'Avv. Carmine Donato Alianelli, fondatore della Alianelli Law Firm, ha conseguito con ottima votazione la Laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Siena discutendo una tesi in Diritto Privato intitolata “La discriminazione del convivente di fatto nella disciplina dell'impresa familiare”. Dal 2022 è Cultore della Materia ed Assistente per la Cattedra di Diritto Privato dell’Università degli Studi di Siena. Ha maturato una importante esperienza nei migliori studi legali di Milano, collaborando con avvocati leader del Diritto di Famiglia e Civile e del Recupero Crediti per PMI, Aziende e Professionisti.

Esperienza


Diritto penale

Il prevalente ambito di attività è il Diritto Civile con particolare riguardo al Diritto di Famiglia e Recupero Crediti, la cui conoscenza è stata approfondita nel corso degli anni. Ciononostante, l'Avv. Carmine Donato Alianelli si è formato anche su tutti gli aspetti di carattere penalistico (ad es. maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale, di genere e violazione degli obblighi di assistenza familiare).


Diritto di famiglia

L'Avv. Carmine Donato Alianelli ha collaborato con i più grandi studi legali di Milano del settore "Diritto di Famiglia" acquisendo così una elevata conoscenza della materia e degli strumenti che maggiormente sono in grado di tutelare i diritti delle parti coinvolte (soprattutto dei minori). L'avv. Carmine Donato Alianelli è inoltre Cultore della Materia e Assistente alla Cattedra di Diritto Privato dell'Università degli Studi di Siena.


Separazione

L'Avv. Carmine Donato Alianelli opera su tutto il territorio nazionale nel settore del diritto di famiglia, delle persone e dei minori, prestando particolare attenzione alle questioni più attuali e di crescente importanza in merito alle situazioni di crisi legate alla coppia e alla genitorialità, anche in relazione alle nuove forme di famiglia. Lo studio si occupa di: Separazione e Divorzio, Modifica delle condizioni di separazione e divorzio, Affidamento e regolamentazione dell'affidamento dei figli nelle coppie conviventi, Famiglie di fatto, Negoziazione assistita in separazione/divorzio.


Altre categorie

Recupero crediti, Diritto civile, Stalking e molestie, Violenza, Reati contro il patrimonio, Omicidio, Discriminazione, Divorzio, Eredità e successioni, Matrimonio, Affidamento, Adozione, Tutela dei minori, Pignoramento, Contratti, Incidenti stradali, Risarcimento danni, Industria dell'intrattenimento, Mediazione, Negoziazione assistita.



Credenziali

Titolo professionale

Cultore della Materia e Assistente alla Cattedra di Diritto Privato

Università degli Studi di Siena - 4/2023

Avendo acquisito adeguate competenze in uno specifico settore scientifico-disciplinare (SSD) — sono stato abilitato a svolgere, senza appartenere ai ruoli del personale docente o dei ricercatori universitari, diverse attività didattiche. Tra le altre, componente delle Commissioni degli esami di profitto per gli insegnamenti di Diritto Privato e Famiglia e Successioni.

Pubblicazione legale

Come divorziare nel minor tempo possibile!

Pubblicato su IUSTLAB

La Riforma Cartabia ha portato un cambiamento significativo nella procedura di separazione e divorzio in Italia, introducendo la possibilità di richiedere il divorzio contemporaneamente alla separazione . Questa novità legislativa ha il potenziale di semplificare notevolmente i procedimenti legali per le coppie che si trovano ad affrontare il difficile processo della separazione. Prima dell'entrata in vigore della Riforma Cartabia, le coppie che decidevano di separarsi dovevano attendere un determinato periodo di tempo prima di poter avviare il procedimento di divorzio. In particolare, per le separazioni consensuali era necessario attendere sei mesi, mentre per le separazioni giudiziali il periodo di attesa era di un anno dalla pronuncia della separazione. Questo significava dover affrontare due procedimenti distinti e separati, con un conseguente aumento dei costi legali e dei tempi complessivi per ottenere una risoluzione definitiva. Questi tempi di attesa non solo prolungavano il processo legale, ma aumentavano anche lo stress e l'ansia per le parti coinvolte. La Riforma Cartabia: Unificazione delle Procedure Con l'introduzione della Riforma Cartabia, specificamente attraverso l'art. 473 bis.49 del codice di procedura civile, si è aperta la possibilità di richiedere la separazione e il divorzio nello stesso procedimento e di farli trattare dallo stesso giudice. Questa innovazione rappresenta un passo avanti significativo nella semplificazione del sistema giudiziario in materia di diritto di famiglia. Ora, al momento della richiesta di separazione, è possibile avviare contestualmente il procedimento di divorzio, eliminando così la necessità di aspettare ulteriori periodi di tempo e riducendo notevolmente la durata complessiva del processo. ATTENZIONE! Ad oggi, a seconda che il ricorso di separazione e divorzio sia giudiziale o consensuale, bisogna comunque attendere un anno (nel primo caso) o sei mesi (nel secondo). Tuttavia, vengono eliminati i tempi di notifica, fissazione dell'udienza ed altri adempimenti che ad oggi sono riuniti in un unico procedimento. Cosa Dice la Legge La nuova normativa consente espressamente di richiedere il divorzio contestualmente alla separazione giudiziale. Questo significa che, quando le parti non riescono a trovare un accordo sulle condizioni della separazione, come ad esempio l'assegnazione della casa coniugale, la gestione dei figli o il pagamento degli alimenti, possono richiedere al giudice di pronunciarsi anche sul divorzio. In pratica, al momento dell'avvio del procedimento di separazione giudiziale, le parti possono già includere la richiesta di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio, a seconda che il matrimonio sia stato celebrato con rito civile o religioso. Separazione e Divorzio Cumulativo Congiunto: Una Questione (non più) Aperta! La riforma non specifica esplicitamente se sia possibile cumulare la separazione e il divorzio nel caso di separazione consensuale, creando così una zona grigia nella legislazione. Alcuni tribunali, come quelli di Genova e Milano, hanno adottato un'interpretazione estensiva della norma, permettendo alle coppie di richiedere la separazione e il divorzio contemporaneamente anche in caso di accordo consensuale. Altri tribunali, come quelli di Ferrara e Bari, hanno adottato un'interpretazione più restrittiva, ritenendo che la normativa non preveda questa possibilità per le separazioni consensuali. Recentemente, la Corte di Cassazione ha però chiarito che il cumulo delle domande di separazione e di divorzio può operare anche nell’ambito del procedimento su domanda congiunta, dissipando ogni dubbio interpretativo. Cosa vuol dire? Vuol dire che la domanda unica di separazione e divorzio può essere presentata anche sotto forma di "accordo tra i coniugi" , nel quale si decidono le sorti dei rapporti (personali e patrimoniali) dopo la separazione ed il divorzio (ad es. a chi andrà la casa familiare, se sarà dovuto l'assegno di mantenimento del coniuge o nel caso in cui vi siano dei figli minori o non autosufficienti quanto sarà loro versato a titolo di mantenimento). Vantaggi del Cumulo di Separazione e Divorzio Unire le domande di separazione e divorzio in un unico procedimento offre numerosi vantaggi , sia in termini pratici che emotivi. Innanzitutto, accorciare i tempi complessivi del processo significa che le parti possono ottenere una soluzione definitiva in tempi più brevi, riducendo così l'incertezza e lo stress associati a lunghi procedimenti legali. Inoltre, evitare la duplicazione dei procedimenti permette di ridurre le spese legali complessive, dato che le parti non devono affrontare due distinti iter giudiziari. Infine, affrontare entrambe le questioni contemporaneamente può ridurre lo stress emotivo, limitando il numero di udienze e interazioni legali, e offrendo una maggiore chiarezza e prevedibilità sulle future disposizioni legali e personali. Limiti della Riforma Nonostante i numerosi vantaggi, la Riforma Cartabia non ha eliminato del tutto alcune limitazioni. In particolare, l'obbligo di attendere un anno dalla prima udienza della separazione giudiziale per poter ottenere la sentenza di divorzio rimane in vigore. Questo significa che, anche nel caso in cui le domande di separazione e divorzio siano presentate contemporaneamente, il tribunale non potrà emettere la sentenza di divorzio prima che sia trascorso un anno dalla prima udienza del procedimento di separazione giudiziale. Questa disposizione mira a garantire che le parti abbiano il tempo necessario per riflettere e, eventualmente, tentare una riconciliazione prima di procedere con il divorzio definitivo. Facoltà di Richiedere Separazione e Divorzio Insieme È importante sottolineare che la possibilità di richiedere separazione e divorzio insieme è una facoltà, non un obbligo . Ogni situazione familiare è unica, e la scelta di presentare entrambe le domande contemporaneamente deve essere attentamente valutata con l'assistenza di un avvocato esperto. L'avvocato potrà aiutare le parti a comprendere le caratteristiche specifiche della loro situazione, gli obiettivi che desiderano raggiungere e la migliore strategia per tutelare i propri diritti e interessi. In alcuni casi, potrebbe essere più opportuno separare i due procedimenti, soprattutto se ci sono questioni complesse che richiedono una trattazione approfondita e separata. Perché Rivolgersi a un Avvocato Affidarsi a un avvocato esperto è essenziale per comprendere appieno queste novità legislative e per prendere decisioni informate. La consulenza legale è fondamentale per proteggere i propri diritti in un momento delicato come quello della separazione e del divorzio. Un avvocato competente sarà in grado di fornire un supporto personalizzato, aiutando le parti a navigare attraverso il complesso panorama legale e a prendere le migliori decisioni per il loro futuro. Inoltre, l'avvocato potrà assistere le parti nella redazione di accordi chiari e precisi, evitando potenziali controversie future.

Pubblicazione legale

La pensione di reversibilità spetta anche al coniuge divorziato?

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La Pensione di reversibilità: Diritti del coniuge divorziato e del coniuge separato La pensione di reversibilità rappresenta un importante strumento di tutela economica per i superstiti di un pensionato deceduto. Anche i coniugi divorziati possono beneficiarne, a determinate condizioni. La normativa di riferimento, in particolare la legge n. 898 del 1970, definisce i diritti dei coniugi divorziati rispetto alla pensione di reversibilità, e la giurisprudenza ha chiarito ulteriormente queste disposizioni nel corso degli anni. Definizione e normativa di riferimento La pensione di reversibilità è una prestazione economica che consiste in una percentuale della pensione percepita dal pensionato defunto, destinata ai suoi superstiti. Secondo la legge n. 903 del 1965, i beneficiari includono il coniuge, i figli e, in mancanza di questi, altri parenti come genitori e fratelli/sorelle, a condizione che soddisfino specifici requisiti. Il diritto alla pensione di reversibilità per i superstiti si basa su un principio solidaristico, che mira a garantire la continuità del sostegno economico per coloro che erano a carico del pensionato deceduto. In particolare, il diritto può essere riconosciuto anche ai coniugi separati e divorziati, purché vi sia il rispetto di determinati presupposti legali. Coniuge separato: Il diritto alla pensione di reversibilità Il coniuge separato, anche in caso di separazione con addebito, ha diritto alla pensione di reversibilità. Questo è stato confermato dalla Corte di Cassazione con l'ordinanza n. 9649 del 2015, che ha stabilito che il diritto alla pensione di reversibilità sussiste indipendentemente dal fatto che il coniuge separato fosse a carico del defunto al momento del decesso. Pertanto, il coniuge separato è equiparato al coniuge non separato ai fini del diritto alla pensione di reversibilità. Coniuge divorziato: Condizioni per il diritto alla pensione di reversibilità Il coniuge divorziato può ottenere la pensione di reversibilità o una quota di essa, a condizione che: Non abbia contratto nuove nozze. Sia titolare di un assegno divorzile stabilito ai sensi dell'articolo 5 della legge n. 898 del 1970. Il rapporto pensionistico del defunto sia antecedente alla sentenza di divorzio. Giurisprudenza Rilevante Numerose sentenze hanno delineato i criteri e le condizioni per il riconoscimento della pensione di reversibilità al coniuge divorziato. Ad esempio, la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23862 del 2008, ha stabilito che sia il coniuge divorziato sia quello superstite hanno un diritto autonomo e concorrente alla pensione di reversibilità. Inoltre, è stato chiarito che la titolarità dell'assegno divorzile deve essere effettiva e non simbolica. La Corte di Cassazione, nella sentenza n. 20477 del 2020, ha specificato che un assegno divorzile di valore simbolico non giustifica il diritto alla pensione di reversibilità, in quanto contrasta con la finalità di garantire la continuazione del sostegno economico al coniuge divorziato. Assegno Divorzile “Una Tantum” e Pensione di Reversibilità Un'altra questione affrontata dalla giurisprudenza riguarda il caso in cui l'assegno divorzile sia stato liquidato in un'unica soluzione (“una tantum”). La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22434 del 2018, ha stabilito che in tali casi non sussiste il diritto alla pensione di reversibilità, poiché l’assegno “una tantum” estingue definitivamente l’obbligazione al sostegno economico. Ripartizione delle Quote di Pensione tra Coniuge Divorziato e Coniuge Superstite In caso di concorso con il coniuge superstite, il tribunale stabilisce la quota spettante al coniuge divorziato, tenendo conto della durata del matrimonio e di altri fattori rilevanti. Quando vi è concorso, il giudice è chiamato a determinare la ripartizione delle quote della pensione di reversibilità. La giurisprudenza ha indicato che il criterio principale è la durata dei rispettivi matrimoni, ma vengono considerati anche altri elementi come la convivenza prematrimoniale e le condizioni economiche dei superstiti. Conclusioni La pensione di reversibilità rappresenta un diritto di fondamentale importanza per i superstiti di un pensionato deceduto. Sebbene la legge preveda specifiche condizioni per il riconoscimento di tale diritto ai coniugi separati e divorziati, è stata la giurisprudenza a chiarire molti degli aspetti più complessi della materia. Il principio solidaristico alla base di questa prestazione continua a guidare l’interpretazione delle norme, assicurando che i soggetti più deboli ricevano il sostegno economico necessario anche dopo la morte del coniuge.

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Lo studio

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Matera (MT)