Avvocato Daniele Cinti a Jesi

Daniele Cinti

Avvocato penalista, civilista e della famiglia


Informazioni generali

L'Avv. Daniele Cinti opera nel settore civile seguendo prevalentemente materie inerenti contratti e obbligazioni, separazioni e divorzi, con specializzazione pluriennale nelle amministrazioni di sostegno. Si occupa della tutela della famiglia e dei figli. Svolge assistenza e difesa nei processi penali, dalla fase delle indagini preliminari, incluso l’eventuale svolgimento di indagini difensive e consulenze tecniche in collaborazione con esperti del settore, fino alla definizione del processo avanti alle competenti Autorità Giudiziarie. Abilitato al patrocinio a spese dello Stato nelle materie di diritto civile e diritto penale.

Esperienza


Diritto di famiglia

La mia propensione per il diritto di famiglia si esprime attraverso una numerosa casistica di separazioni, divorzi ed unioni che ho trattatto in questi anni. Ogni volta che un rapporto coniugale o di convivenza termina, consiglio sempre ai clienti di tutelare gli interessi dei figli, se ci sono, prospettando quelle soluzioni che ritengo più adatte al caso e possibilmente non conflittuali, proprio nell'interesse primario dei figli stessi.


Unioni civili

Vengono trattati casi per disciplinare le unioni civili/convivenze e tutto ciò che riguarda la disciplina dei figli nati fuori dal matrimonio dopo la cessazione della convivenza. Il sottoscritto ha già trattato diversi casi anche alla luce della recente riforma "Cartabia" che ha introdotto innovazioni quale, ad esempio, l'introduzione del piano genitoriale obbligatorio. Per maggiori informazioni si invita a contattare l'intestato studio al fine di valutare il vostro caso tramite una approfondita consulenza.


Separazione

Ho accumulato esperienza in numerose questioni inerenti la discplina delle condizioni di separazione. In particolare ho cercato di perseguire le soluzioni meno onerose e più eque per le parti, soprattutto in presenza di figli minori discplinandone l'affido condiviso.


Altre categorie:

Divorzio, Incapacità giuridica, Diritto penale, Stalking e molestie, Diritto civile, Risarcimento danni, Recupero crediti, Violenza, Incidenti stradali, Gratuito patrocinio, Matrimonio, Eredità e successioni, Fallimento e proc. concorsuali, Diritto assicurativo, Pignoramento, Contratti, Diritto del lavoro, Sostanze stupefacenti, Diritto penitenziario, Diritto immobiliare, Diritto condominiale, Locazioni, Sfratto, Mediazione, Negoziazione assistita, Domiciliazioni.


Referenze

Caso legale seguito

L'equivoco sul figlio naturale

Tribunale di Ancona - anno 2019

Molto spesso accade che il genitore, quasi sempre l'uomo, di un figlio nato al di fuori del matrimonio pensi che quest'ultimo, in mancanza di un matrimonio, non abbia gli stessi diritti. Nulla di più errato! In un caso che ho seguito patricinando la madre, la quale richedeva il contributo in favore del figlio "naturale" nato da una convivenza poi terminata, il Giudice di Ancona ha disposto che il padre dovesse corrispondere € 200,00 mensili quale contributo al mantenimento anche se il padre era disoccupato. Ciò fa chiaramente comprendere quale sia il bene da tutelare sempre e comunque ovvero i figli, anche se nati al di fuori del matrimonio. Questo equivoco, dettato dalla ignoranza, purtroppo è più comune di quanto si pensi e molti padri lo comprendono solo con un provvedimento del Giudice.

Pubblicazione legale

Assegno divorzile: l’orientamento della Suprema Corte.

Pubblicato su IUSTLAB

Con la recentissima sentenza n.11178 dello scorso 23 aprile 2020, la Corte di Cassazione ha ribadito il proprio, precedente intervento delle Sezioni Unite (sentenza n.18287/2018) mediante il quale aveva riconosciuto all'assegno divorzile una funzione composita assistenziale e di natura perequativa-compensativa. Per la determinazione del quantum dovuto, risulta essenziale procedere ad un accertamento rigoroso del nesso di causalità tra scelte endofamiliari e situazione dell’avente diritto al momento dello scioglimento del vincolo coniugale . Pertanto il giudice , superando la precedente e rigida distinzione tra criterio attributivo e criteri determinativi dell’assegno di divorzio, deve compiere una valutazione più ampia dei parametri normativamente previsti , ovvero effettuando una valutazione comparativa delle condizioni economico-patrimoniali delle parti , in considerazione del contributo fornito dalla parte richiedente alla conduzione della vita familiare e alla formazione del patrimonio comune e personale di ciascuno degli ex coniugi, in relazione alla durata del matrimonio e all’età dell'avente diritto, valutando se la disparità sia frutto del sacrificio delle aspettative professionali e reddituali della parte che ha fornito il maggior contributo alla famiglia. Alla luce di tali scrupolose valutazioni, il giudice dovrà quantificare l'assegno divorzile in misura tale da garantire all’avente diritto un livello reddituale adeguato al contributo sopra richiamato. In definita quest’ultimo orientamento adottato dalla Suprema Corte appare rispondere meglio alle attuali dinamiche familiari ed ai reali apporti, di natura economica ma non solo, che entrambe le parti hanno dato fino allo scioglimento del vincolo matrimoniale. Avv. Daniele Cinti

Pubblicazione legale

La tutela dei figli nati fuori dal matrimonio

Pubblicato su IUSTLAB

Sempre più spesso assistiamo a crisi di coppie che, sebbene non coniugate, dopo la rottura si trovano a dover regolamentare il mantenimento e la cura dei figli nati dall’unione di fatto. Ebbene, in tali casi, si ricorre allo strumento del ricorso ai sensi degli articoli 316 ss. c.c., 337 bis e ss. c.c., 737 e ss. c.p.c., ovvero la parte interessata deve promuovere, attraverso il proprio avvocato di fiducia, un ricorso al Tribunale competente affinché questi decida e disponga circa tutte le condizioni di mantenimento ed affidamento dei figli. In pratica l’ iter è molto simile a quello ben conosciuto in materia di separazioni dei coniugi per quanto attiene la parte riguardante i figli, con la differenza che in questo caso il Giudice non deve pronunciare alcun scioglimento, vista l’unione di fatto, ma deve unicamente tutelare i diritti dei figli stessi. Anche per questo tipo di procedimento, come per le separazioni, qualora le parti trovino un accordo e presentino un ricorso congiunto in Tribunale, si può certamente risparmiare tempo e spese ma, soprattutto, si evitano ulteriori traumi ai figli che già si trovano di fronte ad un radicale cambiamento nelle loro vite. Il sottoscritto, da anni, si occupa di tali procedimenti cercando sempre, nei limiti del possibile, di giungere ad una soluzione condivisa tra le parti proprio per tutelare i minori. Avv. Daniele Cinti

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Lo studio

Daniele Cinti
Corso G. Matteotti N.31
Jesi (AN)

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