Pubblicazione legale:
Nell’ambito delle compravendite immobiliari accade spesso che il contratto definitivo (rogito) presenti condizioni diverse rispetto a quanto stabilito nel contratto preliminare.)
In casi come questo, la Corte di Cassazione (ordinanza n.12090/2024) ha stabilito i seguenti principi giuridici:
1. Prevalenza del contratto definitivo
Una volta che le parti hanno stipulato il contratto definitivo, questo prende il posto del preliminare come unico riferimento per obblighi e diritti inerenti all’operazione. Il preliminare, che aveva la funzione di obbligare le parti a stipulare il definitivo, viene “superato” se il definitivo viene effettivamente concluso.
2.Presunzione di conformità alla volontà delle parti
Si presume che il contenuto del contratto definitivo rispecchi la volontà delle parti nel momento della stipula. Per superare questa presunzione e far valere clausole o condizioni del preliminare che non sono state trasposte nel definitivo, è necessaria una prova specifica che le parti abbiano inteso che alcune obbligazioni sopravvivessero.
3.Forma scritta per immobili e limiti alla prova
Quando l’oggetto è un bene immobile, l’accordo che intende far sopravvivere condizioni del preliminare deve essere espresso in forma scritta. Inoltre, la Corte chiarisce che non è ammessa la prova per testi (ossia sentire testimoni) per dimostrare che le parti avessero una volontà diversa da quella del contratto definitivo.