Caso legale:
Di seguito illustro, in forma anonima, un caso giudiziale di permesso di soggiorno per coppie di fatto che ho seguito circa un anno fa:
A e B sono una coppia di fatto formata da un cittadino italiano e un cittadino extracomunitario. A, extracomunitaria, e B, italiano, vivono insieme da tre anni in Italia e hanno stipulato, per il mio tramite, un contratto di convivenza presso il comune di residenza. B aveva un permesso di soggiorno per motivi di studio, ma voleva ottenere un permesso di soggiorno per motivi familiari, perché convivente di fatto di un cittadino italiano.
B presenta la domanda di permesso di soggiorno per motivi familiari alla questura competente, allegando il contratto di convivenza e tutti i documentinecessari. La questura, però, respinge la domanda di B, sostenendo che la legge Cirinnà non prevede esplicitamente il riconoscimento del permesso di soggiorno per le coppie di fatto.
B impugna la decisione della questura davanti al TAR Lazio, chiedendo l'annullamento del diniego e il rilascio del permesso di soggiorno per motivi familiari. B si basa sul principio di non discriminazione tra le diverse forme di unione, sancito dalla Costituzione italiana e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, e sulle sentenze della Corte di cassazione e del Consiglio di Stato che hanno riconosciuto il diritto al permesso di soggiorno per i conviventi di fatto di cittadini italiani o comunitari, in base al decreto legislativo 30/2007 che recepisce la direttiva 2004/38/CE.
Il TAR accoglie il ricorso di B, concedendogli il permesso di soggiorno ed il rimborso delle spese legali.
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