Sono avvocato specializzato in diritto dell'immigrazione e di famiglia, fondatore della law firm FSLAWCONSULTING. Aiuto i miei Clienti nell'ottenere visti di ingresso, permessi di soggiorno, ottenere la cittadinanza italiana per nascita (iure sanguinis), per residenza, matrimonio, unione civile, risolvere buchi di residenza. Li assisto nelle delicate vicende familiari, cercando di tutelare innanzitutto l'interesse dei figli. Prediligo un approccio umano ed empatico con il Cliente. La nostra mission è dare il nostro contributo professionale per un'Italia sempre più integrata e multiculturale. Svolgo la mia attività in tutta Italia.
Come avvocato, sono dedito a combattere ogni forma di discriminazione, impegnandomi a difendere i diritti delle categorie più vulnerabili, inclusi gli extracomunitari e le persone con orientamenti sessuali diversi. Affronto ogni caso con la convinzione che la giustizia e l'uguaglianza siano diritti universali. Mi batto per abbattere le barriere e costruire un ambiente legale inclusivo, dove ciascuno possa vedere riconosciuta la propria dignità. Mi metto al fianco di chi ha bisogno di una voce forte e determinata per rivendicare i diritti fondamentali, contribuendo a costruire una società più equa e rispettosa delle diversità.
Specializzato in diritto dell'immigrazione, la mia pratica si distingue per una profonda sensibilità verso l'integrazione sociale, con focus sulla cittadinanza "iure sanguinis". La mia esperienza di missionario in Brasile ha arricchito la mia prospettiva globale, facendomi comprendere le sfide che si affrontano nel venire in Italia. Aiuto i miei Clienti nell'ottenere visti di ingresso, permessi di soggiorno, risolvere buchi di residenza, ottenere la cittadinanza italiana per nascita, per residenza, matrimonio, unione civile, etc. Nel fare ciò, cerco di avere sempre con il Cliente un approccio innovativo, empatico e molto umano.
Fslawconsulting si occupa anche della tutela dei diritti delle coppie unite civilmente. Aiutiamo le coppie ad unirsi in Italia ed a stabilirsi sul nostro territorio, supportando cittadini italiani e stranieri, sia in Italia che all'estero. Crediamo nell'importanza dei diritti delle coppie omoaffettive e lavoriamo con impegno per garantire alle unioni rispetto e la protezione. Agevoliamo l'ingresso e la permanenza in Italia di partners stranieri che intendono unirsi civilmente con i propri cari in Italia. Affidarsi a noi significa scegliere un partner che ascolta le vostre esigenze e difende con determinazione i vostri diritti.
Matrimonio, Diritto internazionale ed europeo, Diritto di famiglia, Separazione, Divorzio, Adozione, Ricorso al TAR, Diritti umani, Gratuito patrocinio.
Il Tribunale di Napoli conferma la giurisprudenza precedente già esistente, affermando nuovamente il principio secondo il quale l'ufficiale di StatoCivile de Comune non può rifiutare la trascrizione del patto di convivenza sottoscritto tra un cittadino italiano ed uno straniero, anche se quest'ultimo non è in possesso di un permesso di soggiorno regolare. Questo principio, per analogia, potrà probabilmente applicarsi, in futuro, anche agli stranieri residenti in uno Stato Extra UE che, quindi, potranno superare la discriminazione attuale nei confronti degli stranieri residenti in uno Stato Extra Ue che, di fatto, non possono raggiungere in Italia il proprio partner per avviare una convivenza di fatto. Il nostro studio già sta patrocinando alcuni casi simili, nella speranza che la giurisprudenza si apra anche a queste ultime fattispecie, con lo stesso spiriti di giustizia con la quale il Giudice Napoletano si è mostrato sensibile alle esigenze degli stranieri irregolari presenti sul territorio italiano.
Le unioni civili sono state riconosciute in Italia con la Legge Cirinnà (legge n. 76 del 20 maggio 2016), che estende alle coppie omoaffettive diritti e doveri simili a quelli matrimoniali. La legge permette alle coppie dello stesso sesso di costituire un’unione civile, con diritti quali assistenza morale e materiale, coabitazione, e cognome comune. Unioni Civili tra Italiani e Stranieri I cittadini stranieri uniti civilmente con italiani possono accedere a diritti simili a quelli dei coniugi stranieri, incluso il ricongiungimento familiare. Diritto al Ricongiungimento Familiare Regolato dal Decreto Legislativo n. 286/1998 e dal Decreto Legislativo n. 30/2007, il ricongiungimento familiare permette ai cittadini stranieri uniti civilmente con italiani di ottenere un permesso di soggiorno. La procedura richiede: 1. Certificato di unione civile. 2. Documentazione di un alloggio idoneo e reddito sufficiente. 3. Passaporto e documenti personali del richiedente. Nonostante il quadro normativo sia chiaro, le coppie possono incontrare diverse difficoltà burocratiche e amministrative. Tra queste, la richiesta di documenti specifici dal paese di origine del cittadino straniero, la necessità di traduzioni giurate e la variabilità delle tempistiche di rilascio dei permessi di soggiorno. Inoltre, è importante considerare le eventuali differenze culturali e legali tra il paese di origine del cittadino straniero e l’Italia, che possono influenzare il processo di riconoscimento dell’unione civile e del ricongiungimento familiare. Concludendo Le unioni civili tra cittadini italiani e stranieri rappresentano un importante riconoscimento dei diritti delle coppie omoaffettive e un passo avanti verso l’uguaglianza. Il diritto al ricongiungimento familiare assicura che queste coppie possano vivere insieme e costruire una vita comune in Italia. Tuttavia, è essenziale essere ben informati e preparati per affrontare le eventuali sfide burocratiche. Affidarsi a professionisti esperti in diritto dell’immigrazione e delle unioni civili può facilitare il processo, garantendo che i diritti delle coppie siano pienamente rispettati e tutelati. L’impegno verso la parità dei diritti e il riconoscimento delle diverse forme di famiglia è un segno di progresso e civiltà, e l’Italia, con la Legge Cirinnà, ha compiuto un passo significativo in questa direzione.
Nel sistema giuridico italiano, il patto di convivenza tra un cittadino italiano e uno straniero irregolare costituisce uno strumento di grande rilevanza, poiché permette al cittadino straniero di ottenere la registrazione della propria unione presso il Comune e di accedere, in seguito, a un permesso di soggiorno per familiari UE. Tale permesso consente di vivere e lavorare in Italia senza passare per il decreto flussi, aprendo così un’importante via di regolarizzazione. Secondo il principi normativi italiani e della comunità europea (in particolare, l'art. 8 CEDU), infatti, anche gli stranieri irregolari hanno diritto alla registrazione del patto di convivenza con un cittadino italiano. Tuttavia, molti Comuni negano questa possibilità, richiedendo, in modo improprio, che lo straniero presenti un certificato di residenza. A partire dal 2022, numerose sentenze dei tribunali italiani hanno sancito il diritto alla registrazione del patto, creando un solido precedente giudiziale per tutelare la convivenza tra cittadini italiani e partner stranieri, anche privi di permesso di soggiorno. Grazie alla registrazione del patto, il partner straniero può richiedere un permesso di soggiorno per familiari di cittadino UE, che garantisce il diritto a risiedere e lavorare in Italia, senza le limitazioni imposte dai flussi migratori. Tale permesso, basato sul D.Lgs. n. 30/2007, riconosce la stabilità e il diritto alla vita familiare in Italia per i conviventi di cittadini italiani. Il procedimento per ottenere il permesso di soggiorno si avvia con la sottoscrizione del patto di convivenza davanti a un avvocato specializzato, che provvederà poi a presentarlo all’ufficio dell’anagrafe per la registrazione. Qualora il Comune rifiuti la registrazione, è possibile fare ricorso in tribunale, con il supporto di un legale esperto in diritto dell’immigrazione, per ottenere il riconoscimento del diritto alla registrazione e, di conseguenza, al permesso di soggiorno. Affidarsi a un avvocato esperto è fondamentale per seguire correttamente il percorso di regolarizzazione e, se necessario, avviare le azioni giudiziali per tutelare il diritto alla convivenza stabile e ai benefici che ne derivano. ENGLISH VERSION Cohabitation Agreement between an Italian Citizen and an Irregular Foreign National: Right to Registration and EU Family Residence Permit Under Italian law, a cohabitation agreement between an Italian citizen and an irregular foreign national is an important instrument allowing the foreign partner to register their union with the local municipality and subsequently obtain an EU family residence permit. This permit allows the individual to live and work in Italy without needing to go through the immigration quotas, providing a crucial pathway to regularization. Italian law grants irregular foreign nationals the right to register their cohabitation agreement with an Italian citizen. However, many municipalities have refused to register these agreements, inappropriately requiring that the foreign national provide proof of residence. Since 2022, numerous court rulings in Italy have confirmed the right to register the cohabitation agreement, setting a strong judicial precedent in support of the right to cohabit between Italian citizens and foreign partners, even those without a residence permit. Once the cohabitation agreement is registered, the foreign partner can apply for an EU family residence permit, allowing them to live and work in Italy without the restrictions imposed by immigration quotas. This permit, under Legislative Decree No. 30/2007, acknowledges the stability of the relationship and the right to family life in Italy for cohabiting partners of Italian citizens.
uando si presenta una domanda per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno, si entra in una procedura amministrativa regolata da tempi e modalità specifiche. Tuttavia, non sempre le Questure rispettano i tempi previsti dalla legge. Questo articolo mira a chiarire i diritti dei cittadini stranieri e gli strumenti di tutela disponibili in caso di ritardi ingiustificati. I tempi per la conclusione del procedimento La normativa italiana (Legge n. 241/1990) stabilisce che le pubbliche amministrazioni, tra cui le Questure, devono concludere i procedimenti amministrativi entro 30 o 90 giorni , salvo disposizioni specifiche. Per le domande di rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno, il Testo Unico sull’Immigrazione (D.Lgs. 286/1998) prevede un termine massimo di 6 mesi dalla presentazione della domanda. È importante sottolineare che il termine di 6 mesi non decorre dalla data dell’appuntamento per la rilevazione delle impronte digitali, ma dalla data in cui viene presentata la domanda , ovvero dal momento in cui si consegna la documentazione necessaria presso gli uffici preposti, come il centro postale autorizzato. Cosa succede in caso di ritardo Se la Questura non adotta alcun provvedimento entro il termine di 6 mesi, si configura una situazione di silenzio dell’amministrazione. In questi casi, il cittadino straniero ha il diritto di agire per ottenere una risposta. La legge italiana, infatti, prevede il principio del silenzio-assenso in molti procedimenti amministrativi. Questo significa che, trascorsi i termini previsti senza che l’amministrazione si esprima, la richiesta si considera implicitamente accolta. Tuttavia, nel caso dei permessi di soggiorno, non si applica automaticamente il silenzio-assenso, poiché la valutazione da parte dell’amministrazione è necessaria per garantire la conformità ai requisiti previsti dalla legge. Il diritto di ricorrere al giudice In caso di mancata risposta entro i 6 mesi, il cittadino straniero può presentare un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) per ottenere una decisione sul proprio caso. Il ricorso è uno strumento per far valere il diritto a una risposta da parte della pubblica amministrazione, obbligandola a concludere il procedimento. I principali passaggi sono: 1. Diffida alla Questura: prima di ricorrere al TAR, è consigliabile inviare una diffida formale alla Questura, sollecitando una risposta entro un termine ragionevole (ad esempio, 30 giorni). 2. Ricorso al TAR: se la Questura non risponde, è possibile presentare il ricorso al TAR, chiedendo al giudice di ordinare all’amministrazione di pronunciarsi sulla domanda. 3. Assistenza legale: il ricorso richiede l’assistenza di un avvocato esperto in diritto dell’immigrazione, che potrà predisporre tutta la documentazione necessaria. Perché è importante agire tempestivamente Il ritardo nella conclusione del procedimento può avere conseguenze significative per il cittadino straniero, come l’impossibilità di viaggiare, lavorare o accedere a determinati servizi. È quindi fondamentale conoscere i propri diritti e agire prontamente in caso di inadempienze da parte della Questura. Conclusione Il diritto al permesso di soggiorno è una garanzia fondamentale per i cittadini stranieri che vivono e lavorano in Italia. Le Questure hanno l’obbligo di rispettare i tempi previsti dalla legge, e i cittadini hanno il diritto di ricorrere al giudice in caso di ritardi ingiustificati. Se ti trovi in questa situazione, valuta la possibilità di richiedere una consulenza legale per ottenere l’assistenza necessaria e proteggere i tuoi diritti.
Di recente ho seguito con successo un caso che ha segnato un importante sviluppo giuridico per i titolari di protezione speciale in Italia. Un cittadino bielorusso, titolare di protezione speciale, si trovava impossibilitato a sposare la sua compagna peruviana residente a Milano a causa del rifiuto del consolato bielorusso di rilasciare il nulla osta matrimoniale. Questo impedimento lo escludeva di fatto dall’esercizio del diritto al matrimonio sancito dalla nostra Costituzione e dalle normative internazionali. Nel ricorso da me presentato, il tribunale ha emesso una decisione innovativa, accogliendo la richiesta del mio assistito e affermando il diritto al matrimonio anche in assenza del nulla osta. In tal modo, i ha implicitamente esteso l’applicabilità, per analogia, della Circolare del Ministero dell’Interno n. 566 del 12.01.2022, rivolta specificatamente ai rifugiati politici, anche ai titolari di protezione speciale (e, più in generale, impossibilitati ad ottenere il nulla osta per svariati motivi). Questo principio costituisce un precedente rilevante, ampliando i diritti dei beneficiari di protezione internazionale. La decisione evidenzia come il diritto al matrimonio debba essere garantito a chiunque, indipendentemente dalle difficoltà burocratiche imposte dai paesi d’origine e dalle diverse forme di protezione internazionale riconosciute dall’Italia. Questo caso offre un nuovo strumento per coloro che, trovandosi in situazioni simili, desiderano formalizzare la propria unione con un partner residente in Italia. Rimango a disposizione per assistere chiunque necessiti di un supporto legale.
Il 13 novembre 2023, alle ore 14:30, si è tenuto l'incontro di formazione legale promosso dall’Area Immigrati della Caritas di Roma. Il 2023 è stato segnato dal susseguirsi di interventi di riforma della materia dell’immigrazione e dell’asilo. Le norme approvate intendono far fronte a quella che viene definita una “nuova emergenza” in un quadro tutt’altro che organico. In questo contesto, l’Area Immigrati della Caritas di Roma ha proposto un incontro di aggiornamento legale nella Sala formazione “Lê Quyên Ngô Ðình” della Cittadella della Carità (in Via Casilina Vecchia 19). L’incontro di formazione, a cura dall’avv. Cristina Laura Cecchini, ha inteso ricostruire il quadro complessivo delle modifiche per fornire una comprensione di come sono cambiati i principali istituti del diritto dell’immigrazione (ingresso per lavoro), della protezione (in particolare la procedura di frontiera e il trattenimento) e dell’accoglienza delle persone straniere.” Ha partecipato, quale rappresentante della categoria forense impegnata nell'ambito del diritto dell'immigrazione l'Avv. Francesco Sequino con un intervento sulle procedure per l'ingresso legale nel territorio italiano, evidenziando le difficoltà tecniche e dando suggerimenti pratici per non incappare nelle strette maglie della burocrazia. L'avvocato Sequino opera da anni a contatto con le P.A. italiane ed i tribunali di tutta Italia e conosce bene le contraddizioni e le insidie del complesso sistema normativo italiano.
Con sentenza pubblicata in data 24 agosto 2022, la Corte Suprema di Cassazione Sezione Unite Civili si è pronunciata sul sensibile tema dello status civitatis italiano, con particolare riguardo alla questione concernente la possibile configurazione di una “rinuncia tacita” della cittadinanza da parte degli italiani emigrati in Brasile e sottoposti alla naturalizzazione di massa alla fine del diciannovesimo secolo, attesi i riflessi sulla linea di trasmissione. Con le sentenze gemelle del 24 agosto 2022 n. 25317 e n. 25318, le Sezioni Unite della Cassazione si sono pronunciate sugli effetti del decreto della cosiddetta “grande naturalizzazione” risalente al 1889. Questo decreto aveva attribuito agli avi e ai loro discendenti stabilizzatisi in Brasile, con un provvedimento massivo, la cittadinanza brasiliana. Secondo il Ministero degli Interni, questa circostanza comportava una rinuncia tacita alla cittadinanza italiana. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha chiarito che la mera permanenza in un altro paese e la mancanza di una manifestazione di volontà non costituiscono automaticamente una rinuncia alla cittadinanza italiana. L’intenzione abdicativa deve essere manifestata espressamente, considerando la specifica natura del diritto di cittadinanza. In altre parole, l’acquisizione della cittadinanza straniera non implica necessariamente la perdita della cittadinanza italiana, a meno che non sia accompagnata da un atto spontaneo e volontario finalizzato all’acquisto della cittadinanza straniera.
Diritto di ripensamento e garanzia legale, tutto (o quasi), quello che devi sapere per non rimanere fregato dalle tue stesse false convinzioni.
Corso intensivo di 3 mesi a Bournmouth con esame finale ed attestazione di livello di inglese avanzato
Adottare un minore extra UE è un percorso impegnativo, regolato dalla Legge n. 184/1983, che consente di accogliere un bambino straniero in Italia offrendo una famiglia stabile. Ecco una panoramica sui requisiti e la procedura per cittadini italiani, sia single che coppie. Chi può adottare? 1. Coppie sposate Le coppie devono essere sposate da almeno 3 anni o dimostrare una stabile convivenza pre-matrimoniale. È richiesta una differenza di età di 18-45 anni tra l’adottante più giovane e il minore (con possibili deroghe). 2. Single I single possono adottare solo in casi particolari (art. 44, Legge 184/1983), come minori con gravi problemi di salute o legami preesistenti con l’adottante, sempre nel rispetto della normativa del Paese d’origine. Procedura per l’adozione 1. Idoneità del Tribunale per i Minorenni Il Tribunale verifica i requisiti degli adottanti e richiede una valutazione socio-psicologica. 2. Ente autorizzato Ottenuto il decreto di idoneità, è necessario rivolgersi a un ente per adozioni internazionali, che gestisce le pratiche con il Paese del minore. 3. Iter nel Paese d’origine Il Paese del minore valuta la compatibilità e richiede incontri o periodi di adattamento. 4. Ingresso in Italia Il minore entra con un visto specifico, e il Tribunale per i Minorenni trascrive l’adozione nei registri italiani. Considerazioni L’adozione richiede impegno, tempo e rispetto delle normative internazionali. Se sei interessato, il nostro studio offre consulenze per guidarti in ogni fase del processo.
È la seconda volta che l'avvocato Sequino ci fornisce consulenza, questa volta con un procedimento di “Ricorso al Tribunale per ottenere il Nulla Osta per matrimonio”. Durante i mesi di servizio, l'avvocato ci ha guidato passo dopo passo con gli approfondimenti necessari per presentare al Tribunale tutta la documentazione necessaria, ed ottenere così l'esito positivo. Con questo risultato io e il mio fidanzato potremo finalmente sposarci, e sicuramente è stata una delle novità più belle del nostro 2024. Se qualcuno vuole sposarsi e per vari motivi non è possibile ottenere il Nulla Osta tramite la propria ambasciata, sicuramente l'avvocato Sequino un professionista che consiglierei. Siamo davvero grati all'avvocato Sequino per aver fatto parte di tutto questo, per le sue qualità umane, e per la sua competenza e professionalità dimostrata. Isabel Armas
Io ed i miei parenti siamo tutti grati all'avvocato Sequino per averci aiutato a realizzare il nostro sogno di diventare cittadini italiani. Ci ha seguiti con molta professionalità e gentilezza dalla raccolta di tutti i documenti rivisti e corretti, fino alla sentenza di riconoscimento della cittadinanza del tribunale italiano. L'avvocato si è preso cura anche della trascrizione della nuova cittadinanza allo stato civile italiano. Abbiamo ricevuto un servizio legale di altissimo livello e raccomandiamo a tutti di rivolgersi a questo avvocato onesto e competente!
Quando uno straniero desidera presentare domanda di cittadinanza italiana per residenza, il requisito fondamentale è la residenza ininterrotta. Tuttavia, a volte gli stranieri si trovano a fare i conti con il cosiddetto “buco di residenza”, cioè la perdita della residenza italiana a causa di un provvedimento di cancellazione residenza anagrafica. La cancellazione della residenza comporta la perdita della possibilità di ottenere la cittadinanza italiana per residenza, poiché il numero degli anni di residenza in Italia torna a “zero”. Questo può essere devastante per chi ha trascorso molti anni regolarmente iscritto all’anagrafe. Tuttavia, una recente sentenza del Tribunale di Milano ha stabilito che la residenza richiesta per la cittadinanza è quella anagrafica, “alla cui assenza non è possibile ovviare mediante la produzione di dati ed elementi atti a comprovare aliunde la presenza sul territorio”. In altre parole, non è sufficiente dimostrare la residenza con prove documentali durante il periodo di cancellazione. La residenza deve essere stata accertata in conformità alla disciplina interna in materia di anagrafe1.In pratica, ciò significa che il certificato di residenza da solo non basta. È necessario fornire prove concrete che dimostrino la presenza effettiva sul territorio italiano durante tutto il periodo, anche quando la residenza è stata cancellata erroneamente. In conclusione, la residenza non si dimostra solo con l’evidenza anagrafica, ma richiede prove tangibili e inconfutabili.
Separarsi o divorziare è sempre una decisione delicata, ma oggi è possibile affrontarla in modo più semplice, rapido ed economico grazie alla negoziazione assistita . Questo strumento, introdotto dalla legge italiana, permette alle coppie di trovare un accordo con l’aiuto degli avvocati, evitando le lunghe attese e le formalità tipiche del tribunale. Con la negoziazione assistita, le parti si siedono attorno a un tavolo (virtuale o reale) guidati dai propri avvocati. Questi professionisti aiutano a definire ogni aspetto della separazione o del divorzio, come l’assegnazione della casa, l’eventuale mantenimento e la gestione dei figli, nel rispetto della legge. Una volta trovato l’accordo, il tutto viene inviato al Pubblico Ministero per un semplice controllo. Se non ci sono problemi, l’accordo diventa ufficiale. Uno dei vantaggi principali di questo metodo è la semplicità . Non è necessario andare in tribunale o affrontare udienze: gli avvocati gestiscono ogni fase, lasciando alle parti solo il compito di discutere e decidere insieme. Questo rende il procedimento molto più snello e accessibile. Inoltre, la negoziazione assistita è anche più economica . Non ci sono costi legati al tribunale, come il contributo unificato, e il lavoro degli avvocati si concentra su un accordo condiviso, riducendo le spese legali. Un altro grande vantaggio è la velocità . Rispetto a un procedimento tradizionale, che può richiedere molti mesi o addirittura anni, la negoziazione assistita consente di chiudere tutto in poche settimane. Per chi desidera iniziare una nuova fase della propria vita senza trascinarsi questioni legali per troppo tempo, è una soluzione davvero pratica. Nonostante tutti questi aspetti positivi, la negoziazione assistita non è sempre possibile. Ad esempio, se ci sono conflitti gravi tra le parti o situazioni complesse che coinvolgono i figli, potrebbe essere necessario rivolgersi al tribunale. Tuttavia, per chi ha già raggiunto un’intesa o vuole trovare un accordo in modo sereno, è una strada da considerare seriamente. In conclusione, separarsi o divorziare non è mai facile, ma con la negoziazione assistita può diventare un percorso meno traumatico, fatto di dialogo e collaborazione, con l’aiuto di professionisti esperti che guidano il tutto verso una soluzione equilibrata e rapida.
Corso di formazione in diritto di famiglia e gestione dei conflitti familiari. Mediazione familiare ed assistenza giudiziaria per la soluzione dei conflitti. La mia formazione presso AIGA (associazione italiana giovani avvocati) nella gestione dei conflitti familiari mi ha fornito strumenti fondamentali per affrontare queste delicate situazioni. Ho sviluppato competenze sia sul piano conciliativo, favorendo accordi pacifici e sostenibili, sia su quello giudiziale, con strategie legali efficaci per tutelare gli interessi dei clienti in tribunale. Questo percorso mi ha arricchito di una comprensione profonda delle dinamiche familiari, permettendomi di offrire un supporto legale attento e mirato, capace di rispondere alle esigenze uniche di ogni famiglia in momenti di transizione.
Diploma di esperto nell'assistenza ai richiedenti asilo politico e permessi di soggiorno in Italia. Il master è stato conseguito all'esito di un percorso formativo molto intenso e carico di contenuto di pregio, da taglio molto pratico, che hanno consentito l'acquisizione di un preziosissimo bagaglio culturale e strumenti giuridici utili a risolvere i casi di immigrazione più complessi, nella condivisione dei progressi e dei risultati formativi di tutti i partecipanti al corso. All'esito, è stata anche sostenuta una prova pratica consistente nella soluzione di cinque casi molto particolari, con l'espressione di un giudizio finale da parte del formatore sull'esito del lavoro svolto dal candidato che, per l'avvocato Sequino, è stato di 98/100.
Assistenza legale e consulenze in Italia per clienti privati ed imprese straniere. Abbiamo una vasta conoscenza del diritto italiano e del diritto privato internazionale. Vantiamo una lunga esperienza in diverse aree del diritto e prestiamo particolare attenzione a: - Servizi di consulenza legale online - Immigrazione e Cittadinanza (riconoscimento dello status di rifugiato politico, permessi di soggiorno, riconoscimento cittadinanza) - Consulenza alle imprese italiane ed estere - Assistenza per l'acquisto di immobili in Italia - Ricerche anagrafiche per stranieri dei propri parenti in Italia - Tutela dei minori e diritto di famiglia - Diritto civile in generale FS Law Consulting è uno studio legale indipendente con sedi in Italia e all'estero Gli incarichi sono svolti da singoli professionisti o da gruppi: in ogni caso il nostro obiettivo è offrire il miglior supporto ed assistenza ai nostri clienti in italiano ed in inglese. Scopri di più visitando il nostro sito internet.
Sono orgoglioso di presentare la mia esperienza nella gestione di casi altamente complessi nel campo del diritto di famiglia e dei minori. Ho avuto l'onore di collaborare con un rinomato studio boutique a Roma, specializzato in questo settore, dove ho gestito con successo una serie di casi famosi in totale autonomia, maturando una solida esperienza nella gestione delle crisi familiari. La mia formazione professionale ha consentito di affrontare sfide uniche, raggiungendo risultati positivi e confermando l'importanza della dedizione e della competenza in questo campo altamente sensibile. Per i Clienti meno abbienti è data la possibilità di accedere alla giustizia anche grazie all'istituto del Gratuito Patrocinio a Spese dello Stato.
Ho sviluppato una notevole esperienza in materia di immigrazione, presso il noto studio Boschetti Srl. Avendo gestito casi, in piena autonomia, durante l'esperienza formativa acquisita presso lo studio, ho potuto acquisire importanti competenze in materia di: cittadinanza iure sanguinis, investor visa, visti di ingresso per motivi familiari, motivi turistici, affari, studio, lavoro. Permessi di soggiorno per lavorati autonomi ed imprese. Ricorsi avverso i dinieghi del Visto di Ingresso e del permesso di soggiorno. Patti di convivenza ed unioni civili. Diritto internazionale privato e problematiche inerenti il diritto internazionale. Diritto della comunità europea e della CEDU.
Di seguito illustro, in forma anonima, un caso giudiziale di permesso di soggiorno per coppie di fatto che ho seguito circa un anno fa: A e B sono una coppia di fatto formata da un cittadino italiano e un cittadino extracomunitario. A, extracomunitaria, e B, italiano, vivono insieme da tre anni in Italia e hanno stipulato, per il mio tramite, un contratto di convivenza presso il comune di residenza. B aveva un permesso di soggiorno per motivi di studio, ma voleva ottenere un permesso di soggiorno per motivi familiari, perché convivente di fatto di un cittadino italiano. B presenta la domanda di permesso di soggiorno per motivi familiari alla questura competente, allegando il contratto di convivenza e tutti i documentinecessari. La questura, però, respinge la domanda di B, sostenendo che la legge Cirinnà non prevede esplicitamente il riconoscimento del permesso di soggiorno per le coppie di fatto. B impugna la decisione della questura davanti al TAR Lazio, chiedendo l'annullamento del diniego e il rilascio del permesso di soggiorno per motivi familiari. B si basa sul principio di non discriminazione tra le diverse forme di unione, sancito dalla Costituzione italiana e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, e sulle sentenze della Corte di cassazione e del Consiglio di Stato che hanno riconosciuto il diritto al permesso di soggiorno per i conviventi di fatto di cittadini italiani o comunitari, in base al decreto legislativo 30/2007 che recepisce la direttiva 2004/38/CE. Il TAR accoglie il ricorso di B, concedendogli il permesso di soggiorno ed il rimborso delle spese legali.
Francesco Sequino
Via Dei Savorelli, 120
Roma (RM)
Sede secondaria:
Via Cinque Giornate 61
Como (CO)
Il portale giuridico al servizio del cittadino ed in linea con il codice deontologico forense.
© Copyright IUSTLAB - Tutti i diritti riservati
Privacy e cookie policy