Il nostro assistito viene colpito da ordinanza di custodia cautelare con l'accusa di essere stato mandante di un omicidio commesso a Milano nell'ambito di una guerra di camorra.
La vittima, che in passato aveva militato nella NCO e che nel corso della guerra con la NF si era resa autrice di vari fatti di sangue, da anni viveva a Milano e si era inserita nel settore degli stupefacenti.
Secondo la ricostruzione accusatoria, basata sulle dichiarazioni di vari collaboratori di giustizia, l'omicidio era stato deciso nell'ambito di uno scambio di favori tra i capi di clan camorristici ed stato eseguito grazie all'intervento di alcuni napoletani, da anni trasferitisi a Milano e militanti nella locale criminalità organizzata.
I vari dichiaranti avevano riferito che il nostro assistito, nell'ambito di trattative finalizzate al raggiungimento della pace camorristica, aveva chiesto che fosse effettuato l'omicidio dell'ex cutoliano in modo da chiudere definitivamente i conti con il passato; l'omicidio era stato pertanto eseguito a seguito della richiesta del nostro assistito.
Nel corso del dibattimento siamo riusciti a dimostrare che uno dei collaboratori di giustizia era affetto da patologie mentali, un altro collaboratore era inattendibile intrinsecamente in quanto, dopo l'inizio del percorso collaborativo, aveva ripreso a commettere reati ed altri tre collaboratori nutrivano rancore nei confronti del nostro assistito.
La Corte di Assise di Milano assolveva l'imputato per non aver commesso il fatto.
Il verdetto assolutorio veniva confermato dalla Corte di Assise di Appello di Milano e poi dalla Corte di Cassazione.
Fonte: INTERNAPOLI - clicca quì
Avvocato Penalista dal 1996, sono abilitato al Patrocinio in Cassazione dal 2008. Le sedi del mio Studio Legale sono a Napoli e dal 2015 anche a Milano. Negli anni ho maturato esperienza in vari settori del diritto penale ed assisto imputati di varie tipologie di delitti: di criminalità organizzata, in materia di stupefacenti, contro il patrimonio, contro la persona, sessuali, societari, fallimentari. Ho conseguito altresì competenza nei procedimenti innanzi ai Tribunali di Sorveglianza, in quelli di esecuzione della pena ed in materia di misure di prevenzione. Assisto le parti nei Ricorsi ordinari e straordinari per Cassazione.
Rispetto a quando ho intrapreso la professione forense il ruolo dell'Avvocato Penalista si è profondamente modificato in quanto sempre maggiore è la preparazione tecnico-giuridica richiesta laddove forse in passato veniva richiesta una maggiore capacità persuasiva ed oratoria. In quest'ottica ho ritenuto sempre essenziale privilegiare l'approfondimento delle questioni procedurali e lo studio analitico degli atti processuali in quanto ritengo che una buona difesa non possa prescindere da questi due aspetti che vanno comunque accompagnati dalla capacità di farsi comprendere ed ascoltare sia dai Giudici che dai propri assistiti.
Ho assistito più volte imputati di violenza sessuale. La difficoltà nella difesa in tali tipologie di processi deriva soprattutto dalle modalità con le quali i reati di violenza sessuale vengono perpetrati. Trattandosi di reati che, nella maggior parte dei casi, non avvengono in presenza di testimoni ma si consumano in contesti ove sono presenti solo la vittima ed il presunto aggressore, la prova a carico dell'imputato è rappresentata quasi esclusivamente dalla narrazione della persona offesa che, se precisa e credibile, rende difficoltoso dimostrare l'estraneità e la non colpevolezza dell'imputato.
I procedimenti per stalking e molestie personali sono aumentati in misura esponenziale negli ultimi anni. Alla luce dell'introduzione della fattispecie di cui all'art. 612 bis c.p. (atti persecutori) avvenuta nel 2009, sono punite dal legislatore una serie di condotte minacciose o moleste, purché reiterate, idonee a cagionare in chi le subisce un grave stato di ansia o di paura. In questi casi può essere utile per la difesa dimostrare che la denuncia per stalking spesso è strumentale ed è finalizzata a vendicarsi rispetto a condotte che hanno determinato sofferenza emotiva ma che non sono penalmente rilevanti (tradimenti etc.).
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